Momenti di paura per un calciatore. Dopo l’eliminazione dai playoff per una sconfitta casalinga una macchina di ultrà lo ha inseguito.
E dopo averlo fatto scendere dall’auto hanno voluto umiliarlo perché “indegno” di vestire i colori della loro squadra.
Avevano bisogno di un capro espiatorio dopo la débâcle dell’Avellino in casa nei playoff di serie C. Troppo umiliante la sconfitta col Foggia allo stadio Partenio che il 4 maggio aveva sancito l’eliminazione dei lupi. Così quattro ultrà hanno pensato a una “spedizione punitiva”. Allora si sono messi sulle tracce di uno dei calciatori della squadra di casa, il romeno Claudiu Micovschi. Prima lo hanno seguito con la macchina. E dopo averlo affiancato lo hanno costretto a fermarsi. A quel punto il giovane atleta biancoverde, 23 anni, si è visto accerchiare dagli ultrà, due trentenni e un 22enne, tutti già colpiti da Daspo, insieme a una donna al momento del fatto. Una volta sceso, gli hanno urlato: «Sei indegno di vestire i colori della nostra squadra». Dopo di che lo hanno obbligato a denudarsi. Via la tuta della squadra, prontamente requisita dal quartetto. Al povero calciatore sono rimasti solo slip e calzettoni.
Già arrestati tre ultrà del quartetto di aggressori
Gli investigatori hanno già identificato i tre ultrà. Per uno dei quali il Daspo è ancora in corso. Per tutti è scattato l’arresto. Sono accusati di rapina aggravata, violenza e minacce. La donna che faceva parte del gruppo invece non è ancora stata rintracciata. Anche altri calciatori biancoverdi, nella stessa serata, sarebbero stati aggrediti da supporter della squadra irpina. Cioè Oliver Kragl, Riccardo Maniero e Alberto De Francesco.
Alla fine della gara col Foggia, terminata con la sconfitta della squadra di casa, alcuni gruppi di ultrà si sono radunati all’altezza della Tribuna Terminio. Lo scopo era quello di arrivare all’entrata dello stadio per contestare i giocatori all’uscita. Ma la contestazione era rientrata grazie alla mediazione della Digos e al presidio delle forze dell’ordine. I calciatori avevano così potuto tornare a casa in auto senza particolari problemi. Ad eccezione del povero Claudiu Micovschi.