Il padre dell’ex cantante di Amici, morto lo scorso anno, racconta:«Per salvarlo bastava un esame del sangue. Ma non ce l’ho con l’errore umano, bensì con un sistema che non funziona».
In una intervista rilasciata a Verissimo, il padre di Michele Merlo, Domenico, ha raccontato del suo dolore per la perdita del figlio, dolore che si può racchiudere in una sola frase:«Per salvarlo bastava un esame del sangue. Ma non ce l’ho con l’errore umano, bensì con un sistema che non funziona».
È trascorso quasi un anno dal decesso di Michele, giovane e talentuoso cantautore, conosciuto per aver partecipato al programma “Amici” condotto da Maria De Filippi. «Non mi aspetto nulla dalla giustizia e non condanno l’errore umano, anche se mi ha devastato la vita. Il mio medico di base è rimasto lo stesso», ha detto l’uomo.
Nel corso della trasmissione, Domenico Merlo ha ripercorso gli attimi del tragico epilogo. «Con mio figlio ero un po’ duro, perché provengo da una carriera militare, ma nonostante tutto ascoltava i miei consigli. Con la mamma invece si apriva molto, a lei raccontava anche le cose più intime».
Poi indica quale, a suo dire, sia la reale causa della scomparsa del figlio: «Ciò che gli è successo è il frutto di una sanità che non funziona più. Il sistema ha subìto dei tagli importanti e questo porta continuamente a situazioni drammatiche. I medici legali sostengono che bastava un esame del sangue per salvarlo. Aveva una probabilità dal 77% all’89% di guarire, in circa sei mesi, dalla leucemia».
Purtroppo le cose non sono andate così ed è un dolore non facile da accettare, perché Michele non aveva mai avuto manifestato problemi a livello di salute. «Era un ragazzo sportivo. Un grande artista, incompreso e un po’ burbero. Era un romantico ribelle. Forse questo mondo non era per lui, era troppo sensibile», conclude Merlo.
Nel frattempo, il 6 giugno, allo stadio comunale di Rosà, in provincia di Vicenza, si terrà un evento di commemorazione di Michele Merlo, a cura dell’associazione “Romantico Ribelle”, nata per supportare la ricerca scientifica. Il padre spiega:«Con tanti amici e l’aiuto della Nazionale Cantanti proveremo a ricordare Michele attraverso la musica e il gioco. Vogliamo celebrarlo e sostenere anche gli artisti che non hanno la possibilità di emergere».