La truffa scovata all’Istituto tumori Regina Elena. Tra i medici finiti sotto accusa anche un infettivologo conosciuto, intervistato numerose volte nel corso della pandemia
Furbetti del cartellino all’Ifo, Istituto tumori dell’ospedale Regina Elena di Roma. Sono in 89, tra medici e infermieri, a essere indagati. Da quanto si apprende, avrebbero trovato differenti escamotage per raggirare lo Stato e percepire oltre allo stipendio, a volte anche gli straordinari, anche quando erano a fare spese, passeggiate, in palestra, al mare o ancora quando facevano anche un altro lavoro.
Le giornate sarebbero dunque trascorse tra cornetto e cappuccino, pause caffé, merende pomeridiane, spesa al supermercato, portare i figli a casa finita la scuola, mettendo al primo posto la vita privata anziché pensare agli incarichi previsti dal proprio contratto lavorativo.
Ore rubate al loro lavoro, stipendiato dalla Regione, per cui ora sono indagati per truffa dal magistrato Alessandra Fini. Rischierebbero, quindi, come sanzione disciplinare anche il licenziamento. Queste uscite da lavoro interesserebbero un periodo compreso tra il 2018 e il 2020.
Tra gli indagati dalla Procura di Roma, un infettivologo intervistato diverse volte nel corso dell’emergenza Covid. Per scovare chi diceva di essere a lavoro mentre era invece assente per le suddette ragioni, gli investigatori hanno piazzato delle videocamere nascoste che hanno filmato timbrature multiple. I carabinieri hanno anche usato la tecnica del pedinamento, il tracciamento satellitare di auto e dei cellulari.