Noelia Rodriguez, peruviana, è morta a Rimini, uccisa dall’ex compagno connazionale, tornato in Italia perché voleva chiederle di sposarlo
Era rientrato in Italia da un mese per cercare di riconquistare la sua ex compagna, con cui era stato per oltre 15 anni in Perù, poi finita in modo brusco.
Con sé aveva portato pure un anello, perché intendeva chiederle di sposarlo. Nella sua testa, con una proposta di matrimonio, le cose si sarebbero potute sistemare, ma quando lei ha opposto un netto rifiuto, si è scatenata in lui la follia.
Così Maximo Aldana De La Cruz, peruviano, ha assassinato l’ex compagna Noelia Rodriguez con 21 fendenti nel loro appartamento a Rimini, ferendo la figlia di 27 anni (avuta da relazione precedente), intervenuta per sedare l’aggressione.
Come spiega il procuratore capo Elisabetta Melotti, «le due persone non abitavano insieme nell’appartamento, avevano avuto una relazione durata oltre 15 anni in Perù. La signora era venuta in Italia per lavorare come badante nel luglio del 2021 mentre l’uomo è entrato in Italia con visto turistico in aprile e abitava a Milano. Avevano avuto questa relazione durata per lungo tempo ma secondo quello che emerge dalle dichiarazioni dello stesso indagato, che ha confessato nel corso dell’interrogatorio davanti al Pubblico Ministero, la signora aveva deciso di interrompere la relazione».
L’uomo invece voleva rimettersi con la donna e «arrivare addirittura al matrimonio tanto che aveva comperato un anello proprio per cercare di convincere la signora. Da quello che risulta era venuto una sola altra volta a Rimini per incontrarla».
In merito a quanto accaduto a Rimini, ha detto la sua l’associazione “Non una di meno”, che nei giorni scorsi, ha riportato le segnalazioni di parecchie donne in merito ad atteggiamenti avuti da coloro che hanno preso parte all’Adunata degli Alpini, ha spiegato che quanto occorso, «è la dimostrazione di come siamo immersi in una cultura patriarcale e di come ci sia bisogno di strumenti per riuscire a distruggere la piramide della violenza. I comportamenti molesti e le violenze sessuali sono alla base di questa piramide, il femminicidio è la cima. Non si può intervenire solo quando il danno è fatto, ma bisogna farlo ragionando in un’ottica sistemica e culturale».
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