Una scena da “horror movie” che terrorizzò la metropolitana londinese lo scorso 9 luglio. Ora è giunta la condanna per l’aggressore.
Si era scagliato senza motivo contro un passeggero sconosciuto impugnando machete e coltello.
A un certo punto ha iniziato a urlare: «Questo non è un attacco terroristico, voglio solo lui». Poi, armato di machete, si è scagliato contro un malcapitato passeggero. E ha iniziato a picchiarlo ferocemente. Scatenando così, malgrado l’avvertimento, attimi di vero terrore. È una scena da “horror movie” quella avvenuta nella metropolitana di Londra il 9 luglio 2021. Vittima dalla violenza inaudita è stato James Porritt, uomo d’affari che stava facendo rientro a casa. «Sembrava Terminator» ha detto prima alle forze dell’ordine e poi alla polizia. Il suo aggressore si chiama invece Ricky Morgan, 34 anni, con problemi psicotici. Per lui è scattato l’arresto. E adesso è arrivata anche la condanna per tentato omicidio.
Poco prima dell’aggressione Morgan sedeva in silenzio sul vagone della metro. Qualche testimone lo ha sentito mentre sussurrava: «lo faremo ora». Subito dopo è passato all’azione. Prima ha estratto dallo zaino machete e coltello a serramanico. Poi si è improvvisamente avventato sul povero signor Porrit. Immediato il panico nel vagone, con le persone che fuggivano da ogni parte urlando. Porrit ha raccontato solo di essere stato colpito alla testa da qualcosa. E dopo aver visto il sangue ha iniziato a sentire gli altri colpi.
In aula il racconto dell’aggressione: «Mi stava solo picchiando Era come una macchina. Era come quel film Terminator. Era privo di emozioni. Non sembrava avere alcun tipo di compassione. Ma sembrava molto concentrato e implacabile ed era semplicemente deciso a fare quello che stava facendo. Era come in missione. Continuava a colpirmi lo stinco e pensavo sinceramente che sarei morto».
Fortunatamente Porrit è riuscito a fuggire, tenendosi la mano, gravemente lesionata. Il suo carnefice però lo ha inseguito lanciandogli dietro anche la lama attraverso il finestrino. Quella sera Porritt, dopo essere stato in palestra, stava viaggiando per incontrare la sua ragazza e suo padre nella zona ovest di Londra. Stava guardando il telefono con un pizzico di nervosismo per l’incontro, quando a un certo punto ha sentito l’urlo di Morgan. Un fatto che lo ha scosso profondamente segnandolo per sempre, sia sul piano psicologico che su quello fisico. «È una cosa assurda: essere presi di mira da uno sconosciuto nella metropolitana all’ora di punta».
Frank Farnham, psicologo forense, ha detto che Morgan ha sofferto per un’“infanzia travagliata“. Tra i 12 e i 16 anni è stato dato in affidamento, iniziando subito a fumare cannabis. Questo ha aumentato i suoi stati di paranoia. A completare l’opera poi l’uso di crack e eroina, iniziato attorno ai 20 anni.
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