Un’inchiesta del Corriere della Sera sulla denuncia di un attore amatoriale: un regista gli avrebbe chiesto migliaia di euro per la parte in un film.
Che però non ha mai visto la luce. Oggi parte il processo dopo la denuncia da parte dell’attore.
489 euro solo per aggiustare il curriculum. È la prima somma chiesta dal regista Giancarlo Bassi, 68 anni, all’attore amatoriale Marco Albano. La parte da assegnare era quella di Antonio Brambilla nel film «Era…ora». Ma il film non è mai stato girato. E adesso Bassi è sotto processo. È accusato di aver truffato Albano, 56 anni. Lavora come portiere di una concessionaria, ma il suo sogno nel cassetto è quello del cinema. Il regista gli aveva promesso una parte nel film. In cambio però Albano avrebbe dovuto versare circa quattromila euro.
Tutto risale, secondo le ricostruzioni della procura, al 2017. È allora che Albano – che ha lavorato come comparsa in diverse fiction, tra le quali «Un medico in famiglia» – entra in contatto con Bassi. La conoscenza arriva per tramite della contessa Pacelli, Rosalba Comini all’anagrafe (mai indagata). Il regista gli racconta del suo progetto. Ha in mente di fare un grande film, intitolato «Era… ora».
Così Albano firma il contratto, dopo l’aggiustamento del curriculum scritto da Bassi dietro remunerazione. Le prove dovrebbero iniziare il 23 luglio 2017. Ma tutto si ferma. Per un motivo semplice: Albano non ha versato i 2.300 euro di provvigione alla contessa. Albano li versa, dopo averne già dati 1.200 al regista. Ma alla fine, stufo, presenta la denuncia. Oggi parte il processo.