Campione di nuoto morto trafitto da guardrail, disposta la perizia. Il padre: “Nessuno mi ridarà indietro mio figlio”. Prevista per il prossimo mese la nuova udienza.
Stefano Iacobone, ex azzurro di nuoto, morì uscendo tragicamente di strada a Treviglio, nel 2019, a causa di un brutto incidente. La sua auto rimase infilzata da un guardrail, nei pressi di una rotatoria ancora in fase di costruzione, e ad essere imputati oggi ora il sindaco e due funzionari. Il giudice ha intenzione di affidare a un esperto l’approfondimento di alcune contraddizioni emerse in merito alla drammatica vicenda, mentre i famigliari della vittima chiedono verità e giustizia: “Andiamo fino in fondo. Il tormento di mia moglie che non c’è più”. Chiesto anche un maxi risarcimento di oltre un milione e mezzo di euro al Comune.
Passerà ancora del tempo, però, prima di poter ottenere nuovi dettagli in merito alla vicenda, dato che l’udienza è stata rinviata al 30 giugno – occasione in cui il giudice nominerà personalmente un perito per gli approfondimenti. Questo poiché nell’udienza di ieri, giovedì 19 maggio, sarebbero state sollevate delle contraddizioni che necessitato l’intervento di un esperto terzo, sopra le parti. Si sottolinea, infatti, che sia il pm Antonio Pansa che la famiglia (seguita dall’avvocato Giovanni Lipiani) avevano già un consulente di riferimento – ovvero gli ingegneri Paolo Panzeri e Salvatore Minella.
“Nessuno mi ridarà indietro mio figlio”
Come spiegato da Il Corriere della Sera, secondo il giudice per venire a capo della vicenda è fondamentale che vengano sciolti tutti i nodi venuti al pettine, quali quelli relativi a una circolare e al limite di velocità del tratto di strada in questione (limite che varia a seconda della presenza o meno di un cantiere ultimato).
Secondo quanto spiegato dalla famiglia ai giornalisti che li hanno raggiunti, tali approfondimenti sembrano soltanto dei motivi, delle “scuse” per un ulteriore rinvio dell’udienza. Dure sono infatti le parole del padre di Stefano Iacobone: “Nessuno mi ridarà indietro mio figlio, ma voglio andare fino in fondo”. Sia lui che l’altro suo figlio vogliono verità e giustizia, così come la voleva la mamma di Stefano, Valeria, anche lei scomparsa. “Si svegliava di notte gridando ‘Stefano vai dritto’”, ha raccontato Antonio Iacobone, ricordando sua moglie.
Nel frattempo, si ricorda che ad essere imputati per omicidio stradale sono il sindaco di Treviglio, Juri Imeri (committente della nuova rotatoria di via Bergamo, dove è stato installato il guardrail che ha trafitto a morte l’ex campione di nuoto), il funzionario Alberto Bani (direttore dei lavori e responsabile del procedimento e della sicurezza in fase di progettazione) e l’allora dirigente dei Lavori pubblici, Pier Luigi Assolari (verificatore del progetto definitivo-esecutivo).