È quanto accaduto alla signora Grazia, 75 anni, di Feltre, in provincia di Belluno. Ecco che cosa è successo
Il caro bollette è un qualcosa che grava su numerose famiglie, ma questa volta non si tratta dei recenti rincari, ma di altro.
Nello specifico, la signora Grazia, 75 anni, di Feltre, in provincia di Belluno, si è vista recapitare una bolletta da ben 33 mila euro e ha avuto un malore. «Quando l’addetta della posta, molto gentilmente, mi ha chiesto se avevo letto bene la bolletta e me l’ha ripassata ho dovuto appoggiarmi al banco. Mi sentivo male», ha raccontato l’anziana in un colloquio con Il Gazzettino.
Grazie all’insistenza del figlio e a un gruppo di legali composto da Roberta Resenterra e Liuba D’Agostini, la donna è riuscita a vincere il primo round contro Eni Luce e Gas. La sua storia verrà raccontata il 22 maggio su Mi manda RaiTre.
Tutto ha avuto inizio nel 2017 quando a casa della donna giunse la maxi-bolletta da 33 mila euro, che si riferiva al gas usato dal 2008. La somma alta era dovuta al fatto che fosse un subentro in un precedente contratto, ma la compagnia non si era mai occupata di rimpiazzare contatore e le fatture, nell’arco di circa dieci anni, non erano mai pervenute: da una parte si richiedeva la lettura, dall’altra la voltura, il che era complicato.
«Solitamente arrivano delle bollette che oscillano tra i 31 e i 35 euro per cui ho aperto la lettera e quando ho visto 33 ho pensato che fosse in linea. Sono salita in macchina e mi sono recata all’ufficio postale per pagarla. Ho messo sopra il banco la bolletta e 50 euro», ha raccontato Grazia.
La persona allo sportello ha detto alla donna «di leggere bene la bolletta e quando mi sono accorta che non c’era scritto 33 euro ma bensì 33mila euro ho dovuto appoggiarmi al banco, perché mi sentivo male. Sono poi andata in macchina, mi sono seduta ed ho cercato di tranquillizzarmi prima di mettermi alla guida e tornare a casa. Sentivo caldo ma anche freddo. Una sensazione di paura che mi è rimasta tant’è che ancor oggi non apro più una lettera e non rispondo al telefono di casa perché ho paura che mi succeda un altro fatto del genere».
Il verdetto del magistrato del tribunale di Belluno, ha sentenziato che Eni Gas e Luce «non ha provato l’effettività dei consumi e la conformità dei corrispettivi applicati a quelli concordati, né il corretto funzionamento del contatore». Ecco perché ha accolto le richieste della signora Grazia e annullato il decreto ingiuntivo.
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