La conduttrice del tg Rai ripercorre la persecuzione e le vessazioni che sostiene di aver subito dai suoi diretti superiori.
E racconta di non essere stata la sola a lamentarsi del collega maleodorante coi vertici dell’azienda.
Ci sono novità in quello che qualcuno ha già prontamente ribattezzato “flatulenze-gate”, il caso che ha visto coinvolta la giornalista del Tg1 Dania Mondini: «Abbiamo abbandonato la stanza occupata dal collega per il cattivo odore e ci siamo sistemati in quella riservata ai dirigenti della redazione». È stata questa la protesta dei colleghi contro il giornalista accusato di emettere cattivi odori in redazione. Una contestazione che visto tra i suoi protagonisti non soltanto la Mondini, ma anche i cronisti Giuseppe Malara e Marco Valerio Loprete. A raccontarlo, a Repubblica, è stata la stessa cronista in un passaggio della denuncia presentata al tribunale di Roma il 23 novembre 2018.
La conduttrice del Tg1 ripercorre la persecuzione che afferma esserle stata inflitta dai suoi diretti superiori, ossia Filippo Gaudenzi, Andrea Montanari, Piero Damosso, Costanza Crescimbeni e Marco Betello. Dania Mondini afferma di essere stata demansionata e poi obbligata a condividere una stanza con un redattore con problemi di igiene personale, che molestava le donne e che in passato sarebbe stato perfino in contatto con un ndranghetista.
«Chi non sta nella stanza con il collega non lavora più»
Dopo la richiesta di archiviazione da parte della procura ordinaria, la procura generale ha avocato a sé il caso. Adesso si indaga per stalking. Stando alla denuncia, a giornalista non è stata l’unica a avanzare lamentele. Anche un altro giornalista si era lamentato coi vertici Rai per i cattivi odori. Come riferisce la conduttrice: «Lo Prete ha manifestato il suo disappunto al vice direttore Francesco Primotzich che gli ha suggerito di dire al redattore di lavarsi».
Il fatto risale all’11 giugno del 2018, quando la cosa assume i contorni di un reale problema all’interno del Tg1. Tanto è vero che viene convocata una riunione di redazione. I partecipanti sono 15 giornalisti, salvo l’”imputato”. Ed ecco, secondo Mondini, l’esito della riunione: «La direzione pretende che i redattori ordinari restino in stanza con quella persona che non si lava ed emette maleodoranti rumori corporei, dimenticando anche gli episodi di alcuni anni addietro quando lo stesso aveva costruito un dossier di cento pagine sulle abitudini dei colleghi».
E non è finita. Betello – riferisce Mondini – avrebbe pure affermato: «Chi non sta nella stanza con il collega non lavora più». Mentre, sempre secondo la giornalista, quattro giorni prima Gaudenzi avrebbe detto che i «redattori che non stanno nella stanza con lui, come ha deciso il direttore, devono essere presi a calci in cu… ».