Caso Ruby ter, il procuratore aggiunto:«Berlusconi aveva schiave sessuali a pagamento. Una sconfitta primo giudizio dopo 8 anni»

La requisitoria del pm Tiziana Siciliano nell’ambito del processo Ruby ter. L’accusa principale è corruzione in atti giudiziari

Nel corso della requisitoria sul processo Ruby ter, il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, ha affermato che «i fatti sono stati già consegnati alla storia, indipendentemente dalle nostre valutazioni e da quella delle difese. E questo fatto non è già più nostro ma consegnato alla storia: il presidente del Consiglio in carica, Silvio Berlusconi, usava sistematicamente allietare le proprie serate ospitando a casa propria gruppi di odalische, schiave sessuali a pagamento», in un contesto che il pm definisce “medievale, boccaccesco“, e poi anche “incredibile, moralmente discutibile“.

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Tali ospitate occorrevano a Palazzo Grazioli, Villa Certosa e Villa San Martino. Il processo è a carico dell’ex premier Berlusconi e altre 28 persone, tra cui circa 20 ex ospiti delle serate che si svolgevano ad Arcore e Ruby stessa, il cui vero nome è Karima El Mahroug, che, a detta dell’accusa, avrebbero ricevuto denaro tra versamenti e donazioni per dare la versione nei processi già svoltisi, delle “cene eleganti”.

Il pm ha parlato anche di “pagamento delle testimoni“, riferendosi alle cosiddette “olgettine“. Delineando la figura di Berlusconi, il pm lo ha descritto come un uomo «che poteva avere il mondo ai suoi piedi, che si accompagnava con amicizie come quella con Putin, colui che ora sta mettendo in ginocchio il mondo»,  mentre attualmente, «quello che processiamo è un grande anziano, un uomo malato». E ha aggiunto che di lui «conosciamo la vita privata perché di interesse giornalistico e guardiamo a questo con tenerezza e compassione».

Tale cambiamento sarebbe da collegare alla durata del processo, contro cui la pm ha mosso forti critiche:«Se un processo può arrivare ad una pronuncia di primo grado dopo 8 anni, vuol dire che il sistema ha fallito».

Il pm: «Consolidato sistema prostitutivo»

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A detta del magistrato, tali ragazze, «divertivano l’allora presidente del Consiglio, trascorrevano alcune la notte con lui e questi fatti, chiusi con sentenza passata in giudicato, sono stati cristallizzati come fatto storico: l’attività di un consolidato sistema prostitutivo».

Siciliano ritiene che l’inchiesta abbia fatto emergere “prove evidenti della corruzione”. Ecco perché ha chiesto la revoca dell’ordinanza con cui i pm hanno proclamato inutilizzabili le testimonianze delle ragazze, accusate di falsa testimonianza per denaro e regalie da parte di Berlusconi.

Siciliano ha inoltre chiosato la propria requisitoria con una precisazione, ossia di aver reperito «dati, fotografie, screenshot, messaggi, materiale probatorio incontaminato che nessuno aveva analizzato prima, materiale a nostra disposizione per la prima volta. Abbiamo fruito di documentazione bancaria, per costruire una solida base documentale che riempisse di significato ciò che prima erano solo sospetti».

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