Ribaltato l’esito del primo appello che aveva visto una condanna a sei mesi per l’ex-prima cittadina di Torino, accusata di avere manipolato il bilancio del Comune.
Lacrime sul viso di Chiara Appendino al pronunciamento della sentenza della Corte d’Appello di Torino che ha deciso per la sua assoluzione nell’ambito del processo Ream, per il quale in primo grado aveva ricevuto una condanna a sei mesi.
Insieme alla ex-sindaca di Torino ed esponente del M5S erano coinvolti a processo anche il suo capo di gabinetto Paolo Giordana e l’assessore al Bilancio Sergio Rolando. L’accusa mossa nei loro confronti era di mancato inserimento nel bilancio di un debito del Comune di 5 milioni nei confronti della società partecipata Ream. Secondo il magistrato il debito verso la società doveva essere onorato nel 2017 ma fu risolto solo nel 2018, un’operazione che serviva a evitare un debito nel bilancio delle casse del Comune.
LACRIME LIBERATORIE
Secondo l’ex-sindaca si era trattato di un semplice errore tecnico non voluto. “Sono state lacrime liberatorie. Ma anche lacrime di gioia. È stata confermata la mia buona fede – ha detto Appendino al termine dell’udienza ai giornalisti -. E’ stata una pagina dolorosa ma ora sono contenta e non vedo l’ora di riabbracciare la mia famiglia”.