Centrali nucleari
Per chi auspicava un possibile utilizzo del nucleare per superare la crisi energetica arriva una brutta notizia: se ne potrà parlare dopo il 2040.
La crisi energetica definitivamente innescata dalla guerra in Ucraina potrebbe non essere risolta nel giro di poco tempo: tra le rinnovabili che non decollano, il gas ed il petrolio sempre più difficili da gestire, il carbone messo fuorilegge dall’emergenza climatica, le speranze dei consumatori italiani guardavano al nucleare come ad una possibilità realistica.
A raffreddare le aspettative è Francesco Starace, amministratore delegato di Enel. Nel corso di un intervento alla convention della Lega ‘E’ l’Italia che vogliamo’, parlando di nucleare l’ad è stato chiaro: “Nel lunghissimo termine si finisce sempre a parlare di nucleare, ma oggi tutte le centrali in costruzione hanno costi e tempi doppi rispetto al previsto“ ha spiegato, aggiungendo che la tecnologia attuale “non è affidabile né economica”. Certo, in giro per il mondo ci sono centrali nucleari che funzionano e che forniscono energia: “Chi ce l’ha, fa bene a farla funzionare, anche noi le centrali in Spagna finche’ possiamo le teniamo in servizio rispettando i limiti di sicurezza”, ha spiegato Starace. Ma nel nostro paese la situazione è diversa: “In Italia però – ha ricordato – c’è una tecnologia che studia piccoli reattori senza rischio di proliferazione nucleare: sono il futuro del nucleare, su cui l’Italia è molto avanti, ma che può avere applicazioni commerciali solo dal 2040“.
A cosa affidarsi, dunque, per dare un indirizzo sistemico alla gestione energetica dell’Italia? Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sembra indicare le rinnovabili come scelta da intraprendere con decisione. Una transizione che avrebbe dovuto vedere petrolio, gas e carbone sempre meno utilizzati, man mano che venivano implementate le tecnologie di sfruttamento delle fonti energetiche alternative. Ma la guerra ha fatto saltare tutti i progetti, al punto da spingere Mario Draghi a dichiarare la riapertura delle centrali a carbone. Il che sarebbe una soluzione tampone, ma senza futuro: la crisi climatica è un’emergenza tanto quanto quella energetica, e purtroppo la verità è che ci troviamo stretti in una morsa. Dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022 le famiglie italiane avranno speso, in media, 948 euro anno per la luce e 1.652 per il gas: rispettivamente l’83% ed il 71% in più rispetto ai 12 mesi precedenti calcolati sempre da luglio e giugno, come comunica Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente. Se non si trova una soluzione in tempi rapidi, i costi dell’energia rappresenteranno una voce di spesa nel budget familiare che potrebbe divenire insostenibile.
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