Assegno unico figli, ipotesi modifica Isee: cosa cambierebbe

Si ipotizza di modificare i criteri con cui solitamente l’Isee viene calcolato e questo potrebbe cambiare il pubblico di coloro che beneficiano del sostegno 

Nei giorni scorsi, il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, ha proposto di eseguire delle modifiche ai criteri con cui viene calcolato l’Isee per l’assegno unico per i figli. Se queste modifiche dovessero essere apportate, ciò andrebbe a cambiare la platea di coloro che possono beneficiare del sostegno, così come il valore degli assegni.

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I redditi delle famiglie del nostro Paese non possono più essere calcolati tramite l’Isee attualmente vigente, poiché i suoi parametri non sono equilibrati e quindi non c’è più affidabilità. Dato che l’assegno unico viene attribuito sull’Isee di una famiglia, questo sostegno non raggiunge tutti coloro che ne necessitano, ecco perché Letta propone di cambiare l’indicatore. Il viceministro dell’Economia, Laura Castelli, si è detta ben disposta a lavorare su questa proposta.

Isee: in cosa consiste

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L’Isee indica la situazione economica di una famiglia ed è un parametro molto importante per ottenere agevolazioni a livello di prestazione sociale. Si può infatti accedere a diversi benefici tra cui l’assegno unico, il bonus per il nido, il reddito di cittadinanza, sconti sulla bolletta energia, bonus affitti ecc.

Generalmente, l’assegno unico varia da un minimo di 50 euro a 175 euro al mese per ogni figlio al di sotto della maggiore età che si ha a carico. Per i figli che hanno un’età compresa tra i 18 e i 21 anni, gli assegni prevedono minimo 25 euro al mese e massimo 85euro. L’importo subisce un aumento se si hanno figli disabili a carico, o in caso di madri con meno di 21 anni, di famiglie numerose, o quando tutti e due i genitori lavorano, o ancora quando l’Isee è inferiore a 25mila euro.

Ad oggi, se si ha un Isee di meno di 15mila euro, tre figli minorenni e genitori entrambi lavoratori, l’assegno può raggiungere i 700 euro al mese. A detta degli esperti, sarebbe quindi sufficiente rivisitare i parametri che vanno a costituire il reddito, come case sfitte o eredità, che oggi fanno crescere l’Isee ma abbassare l’assegno unico.

Se il tutto fosse revisionato, i costi crescerebbero, il che dovrebbe far valutare le eventuali coperture aggiuntive. Se quest’anno la spesa in toto per l’assegno unico ammonterà a 15,12 miliardi, per gli anni a seguire oltrepasserebbe i 18 miliardi, somma destinata a crescere se i beneficiari dovessero aumentare.

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