Lo annuncia l’operatore ucraino Gtsou. Gazprom smentisce: “Non risultano ostacoli, tecnicamente impossibile trasferire il flusso”.
Da stamattina chiusi i rubinetti del gas per interferenze da parte degli occupanti russi, dice il gestore della rete di Kiev.
Alle 7 di oggi (ora locale, le 6 italiane) si sono fermati i flussi di gas russo verso l’Europa attraverso uno dei due punti di ingresso in Ucraina. A interrompere le operazioni “le forze di occupazione”. Lo rende noto il gestore della rete di gas naturale ucraino, stando a Bloomberg.
Non è poco: quasi un terzo del gas che dalla Russia passa per l’Ucraina prima di arrivare in Europa attraversa la stazione di compressione di Novopskov sul gasdotto Soyuz, che giunge in Ucraina a Sokhranivka, sul confine con la Russia.
Attraverso il compressore – fa sapere la compagnia ucraina Gtsou – transitano ogni giorno fino a 32,6 milioni di metri cubi. Questo finché i russi non hanno occupato la stazione di compressione. Così hanno imposto cambi nelle operazioni, compreso il ritiro non autorizzato di gas dal flusso di transito. Così facendo l’occupante russo “ha messo in pericolo la stabilità e la sicurezza dell’intero sistema di trasporto del gas ucraino”.
Gtsou: informato Gazprom, ma finora nessuna risposta
Gtsou parla di “circostanze di forza maggiore che rendono impossibile adempiere agli obblighi a Sokhranivka e alla stazione di compressione di confine Novopskov che non è attualmente controllata da Gtsou”. Gtsou, si legge nella nota ufficiale, ha “ripetutamente informato Gazprom delle difficoltà del transito causate dalle azioni delle forze di occupazione russe”. L’operatore ucraino ha chiesto di porre fine alle interferenze nelle strutture. “Ma questi appelli sono stati ignorati“, fa sapere Gtsou.
A marzo le forniture russe di gas attraverso l’Ucraina hanno raggiunto i 110 milioni di metri cubi al giorno, come previsto dagli obblighi contrattuali di Gazprom nell’accordo quinquennale con Kiev sottoscritto a dicembre 2019. I volumi di transito erano comunque diminuiti ad aprile. Con gli accordi del 2019 Gazprom si impegnava – spiega S&P Global – a far passare 65 miliardi di metri cubi di gas attraverso l’Ucraina nel 2020 e 40 miliardi di metri cubi all’anno tra 2021 e 2024. Una quantità di gas ben inferiore al picco del 2017 (94 miliardi di metri cubi).
Gazprom smentisce la compagnia ucraina
Lo scorso anno Gazprom ha consegnato invece 41,6 miliardi di metri cubi di gas attraverso l’Ucraina. Il gestore, sul suo sito web, ha precisato che il flusso di gas potrà ancora essere reindirizzato attraverso un altro punto di ingresso. Così sarà possibile rispettare i contratti europei.
Non c’è la possibilità tecnica di dirottare i flussi di gas all’Ucraina verso un nuovo punto di ingresso, come proposto da Gtsou. Lo fa sapere Gazprom. La compagnia precedentemente aveva dichiarato la forza maggiore sul trasporto di gas russo attraverso il punto di ingresso Sokhranivka (dove passa il gas per l’Europa) con l’interruzione dei flussi l’11 maggio. Aveva dunque proposto di trasferire la capacità a Sudzha. Gazprom ha dichiarato di voler rispettare tutti gli obblighi nei confronti dei clienti europei e che mancano le prove di quanto sostiene la compagnia ucraina.