Per il segretario del Pd, l’Unione Europea guidata dai cinque paesi principali deve essere il primo attore internazionale nella guerra in Ucraina. L’Europa non stia sulla scia delle decisione degli Stati Uniti.
La posizione di Enrico Letta sulla guerra in Ucraina è chiara: l’Europa si faccia carico delle trattative e non lavori a rimorchio degli Stati Uniti. Il segretario dei dem vuole un’Unione Europea forte, soprattutto in questa fase.
L’identità dell’Ue non è mai stata chiara e paradossalmente proprio l’invasione russa potrebbe dare una svolta, affermando il ruolo dei “cinque grandi paesi: Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia” affinché “si muovano ora, uniti per la pace“. Soprattutto alla vigilia dell’allargamento previsto con gli ingressi di Moldova, Serbi, Albania e della stessa Ucraina.
La proposta di Letta va ad anticipare il previsto incontro del premier Mario Draghi con il presidente americano Joe Biden e in contrapposizione con l’idea di Boris Johnson di aumentare lo scontro con la Russia.
“L’idea di vincere, di battere l’avversario non mi appartiene – afferma il segretario del Pd -. Questo è lo schema nel quale vorrebbe spingerci Putin. È l’ora del cessate il fuoco, della tregua, della pace. Sapendo che l’aggressore è uno e uno solo: Putin“. Quindi la proposta è quella che i rappresentanti dei cinque paesi elencati prima si rechino “prima a Kiev e poi incontrare a Putin. Non dobbiamo farci guidare dagli Usa, l’Europa è adulta. Questa guerra è in Europa e l’Europa deve fermarla. Sarebbe sbagliato firmare la pace negli Usa, come fu per l’ex Jugoslavia” dice Letta.
Per il responsabile Sicurezza del Pd, Enrico Borghi, “serve una capacità di mettere in campo una strategia per il cessate il fuoco e per un quadro di sicurezza europea. Una nuova strategia di sicurezza europea è alla base di una fuori uscita da questa situazione inaccettabile“. Occorre quindi “esercitare un’azione politica e diplomatica su più livelli: sostenere la resistenza ucraina e la difesa della popolazione e non abbandonarci a una retorica cinica secondo la quale basta metterci alla finestra e la situazione si risolverà da sola“.
“Apprezzo quello che dice Letta oggi, mi pare che delinei una posizione che può maturare attorno ai quattro o cinque protagonisti europei più significativi” sottolinea Pierluigi Bersani. “Bisogna cercare di aiutare l’Ucraina con cose che non siano solo le armi – aggiunge il fondatore di Articolo Uno -. Qual è l’obiettivo della nostra azione? A sentire cosa dice il regno Unito o Biden e sentire quello che dice Scholz, c’è una bella differenza. Se il governo venisse in Parlamento, lo sentiremo dal governo. Noi corriamo dei rischi di escalation con degli effetti molto seri“.
Preoccupato Gianni Cuperlo. “L’idea che si debba vincere questa guerra sul terreno presuppone una catastrofe umanitaria. Il punto è capire qual è la finalità che vogliamo perseguire dopo 75 giorni di sostegno all’Ucraina con sanzioni e aiuti. In generale, penso che questa guerra vada fermata ora, con un cessate il fuoco immediato e con un nuovo protagonismo dell’Unione Europea” aggiunge l’esponente dei dem.
“Sostenere il popolo ucraino e, allo stesso tempo, parlare con Putin, portandolo al tavolo di pace” questa l’idea del deputato Pd Matteo Orfini. “Nella sinistra c’è sempre stata un’ala ‘pacifista oltranzista’, ma nel Pd abbiamo votato tutte le risoluzioni, pur nella sofferenza di scelte difficili. Fin qui, però, mi pare che siamo riusciti a trovare una linea unitaria“.
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