Hanno rinvenuto l’uomo, 50 anni, in un appartamento mal messo, con armadietti del cibo chiusi a chiave. Il medico, sua moglie che fa l’infermiera e la figlia avevano approfittato della condizione psichica dell’uomo per derubarlo e molto altro
Una sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Milano, ha condannato un’infermiera, M.L. Palma, a 9 anni per i reati di peculato, indebito uso di carte di pagamento, circonvenzione d’incapace e maltrattamenti occorsi tra il 2011 e il 2016 nei confronti di un uomo, all’epoca 50enne, con disabilità psichiche, G.C.
I magistrati hanno inoltre condannato a tre anni e dieci mesi P.M., il medico che aveva in cura il 50enne per uso indebito delle carte di pagamento dell’uomo e per circonvenzione di incapace. Infine hanno dato due anni (pena sospesa) a T.V. Mita, figlia del dottore, nonché sua segretaria, per uso indebito carte e circonvenzione incapace.
L’inchiesta era scattata nel 2017, quando alcuni inquilini di un edificio in via Padre Luigi Monti, al Gratosoglio, aveva ricevuto delle richieste di aiuto da un appartamento sito in quel palazzo, in cui i carabinieri hanno rinvenuto il 50enne in condizioni igieniche gravissime, con armadietti del cibo chiusi a chiave. Nei mesi a seguire, dalle intercettazioni, i militari erano riusciti a ricostruire che il medico dell’uomo aveva approfittato del suo deficit cognitivo, svuotandogli i conti, fino a riuscire a far diventare sua moglie amministratrice di sostegno.
L’uomo aveva subìto, inoltre, «vessazioni morali e fisiche, costringendolo a lavorare senza alcuna retribuzione» in un B&B dei coniugi, «e trattandolo sostanzialmente come un oggetto, tanto che, nel momento in cui avevano ritenuto che non servisse più ai loro scopi, lo avevano abbandonato senza documenti davanti a una struttura di ricovero per senzatetto».
I legali Mauro Accolla e Lara Andrea Rigamonti che hanno ottenuto una provvisionale di 170mila euro sul risarcimento per la parte civile, hanno commentato: «dopo quasi 8 anni dai fatti rende giustizia alle terribili pene patite dal signor Giuliano C. e lo risarcisce non solo del danno patrimoniale subìto, ma anche delle gravi sofferenze patite durante gli anni di maltrattamenti».