Ucraina, riprendono gli attacchi a Kharkiv: 3 morti e 8 feriti, gravi i bombardamenti. Nella giornata di domenica, l’esercito russo ha ripreso gli attacchi anche presso l’acciaieria Azovstal, a Mariupol.
Tre persone sono state uccise e altre 8 sono rimaste ferite nella giornata di domenica 1 maggio, a causa dei bombardamenti russi nella regione di Kharkiv. A renderlo noto è stato Oleg Sinegubov, capo dell’amministrazione militare regionale. “Nelle ultime 24 ore, le forze di occupazione russe hanno colpito Kharkiv in due attacchi con lanciarazzi e un attacco di artiglieria”, ha dichiarato Sinegubov.
Secondo quanto spiegato, l’attacco di artiglieria avrebbe fatto scoppiare un grave incendio, che ha colpito e danneggiato diverse infrastrutture civili a North Saltovka. Un altro incendio sarebbe scoppiato anche in una fabbrica del distretto di Kharkiv – questo però sarebbe stato provocato dai bombardamenti perpetrati nella mattinata. Sebbene lo stabilimento sia chiuso, i locali sono stati danneggiati piuttosto gravemente, mentre un lavoratore di 46 anni è rimasto ucciso. Sono quindi 3 i decessi nelle ultime 24 ore, due avvenuti a Kharkiv e uno nel distretto di Chuguiv. Ma si contano anche diversi feriti, con i combattimenti che proseguono in direzione di Izyum.
Dopo un breve periodo di quiete che ha consentito l’evacuazione di circa 100 persone, il complesso siderurgico Azovstal (a Mariupol) è stato nuovamente preso di mira dai russi nella notte di domenica. A raccontarlo è stato un soldato intervistato dalla televisione ucraina. “Le forze russe hanno ricominciato a sparare su Azovstal non appena è stata completata l’evacuazione di alcuni cittadini ucraini”, ha infatti spiegato il comandante della 12a brigata della Guardia nazionale, Denis Schlega. Stavano usando “tutti i tipi di armi”, ha affermato il soldato.
Si stima purtroppo che centinaia di civili ucraini siano ancora intrappolati tra le macerie dell’impianto. Il vice primo ministro ucraino, Iryna Vereshchuk, ha affermato che “centinaia di civili rimangono sono rimasti bloccati ad Azovstal insieme alla resistenza. La situazione è diventata il segno di una vera catastrofe umanitaria, con le persone stanno finendo le scorte di acqua, di cibo e di medicine”, ha affermato Vereshchuk.
Dal canto suo, il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, nella giornata di domenica, durante l’intervista su Rete4, ha affermato che “le autorità di Kiev stanno cercando con tutti i mezzi di ottenere il ritiro dei radicali ucraini rimasti nell’Azovstal, poiché tra loro potrebbero esserci ufficiali e mercenari occidentali”. Informazione, questa, della quale non si hanno prove evidenti al momento.
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