Escono alcune intercettazioni nell’inchiesta milanese sugli appalti truccati nel campo della ristorazione e delle pulizie.
Emerge così lo schema replicato per pilotare le gare d’appalto a favore di alcune ditte.
“Se ci danno il 2% sono 50mila euro però da dividere, potremmo fare 20 tu e 20 Antonella che siete là dentro e 10 io. Ti interessa?”. È parte di una conversazione intercettata nell’indagine milanese su presunte tangenti. Un giro di appalti truccati dal valore di 39 milioni di euro che ha portato all’arresto di undici persone. Tra loro ci sono Carmelo Sparacino – “che agiva nell’interesse della Fabbro food” – e il pubblico ufficiale Massimo Cosimo Manco, responsabile dell’Area servizi generali e sociali del Comune di Cornaredo oltre della Centrale unica di committenza di vari comuni dell’hinteland.
Manco e Antonietta Monteleone sono i commissari della gara d’appalto che avrebbe privilegiato la Fabbro food per un servizio di ristorazione a Flero (Brescia). I due commissari sono incarcerati con Sparacino, mentre i vertici della Fabbro food (William e Massimiliano Fabbro) sono finiti agli arresti domiciliari.
Infiltrare le commissioni giudicatrici: uno schema collaudato
Nell’intercettazione ambientale dello scorso 23 novembre Sparacino vuole chiarezza: “Tu considera il 2%, ci vediamo qui con Antonella e definiamo, bisogna essere chiari, 20 e 20 voi e 10 io”. Successivamente, nel giro di pochi giorni, Manco – “che era già stato preallertato da Sparacino”, dice l’ordinanza – viene convocato dall’altro commissario Monteleone. Una convocazione “corredata dal fondamentale dettaglio circa l’ampio margine di discrezionalità che il bando riserva alla valutazione della Commissione”.
È uno schema consolidato adottato anche per altre gare d’appalto. I due commissari compiacenti si erano infiltrati nella commissione giudicatrice. Così la gara veniva pilotata, scrive il gip di Milano Tiziana Gueli, “in favore dell’impresa Fabbro Foof, sponsorizzata da Sparacino”.