A Dio stanno così a cuore tutte le dinamiche a volte tristi e angosciose del mondo, che scende a farsi nutrimento per la nostra anima inquieta e bisognosa di certezze e consolazione, dandole la pace che solo chi vive nella volontà d’amore di Dio può provare.
In mezzo alla Chiesa gli ha aperto la bocca,
il Signore lo ha colmato dello spirito di sapienza e d’intelligenza;
gli ha fatto indossare una veste di gloria. Alleluia. (Cf. Sir 15,5)
Non potevano resistere alla sapienza e allo Spirito con cui Stefano parlava.
Dagli Atti degli Apostoli
At 6,8-15
In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo.
Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenèi, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava.
Allora istigarono alcuni perché dicessero: «Lo abbiamo udito pronunciare parole blasfeme contro Mosè e contro Dio». E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al sinedrio.
Presentarono quindi falsi testimoni, che dissero: «Costui non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. Lo abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato».
E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo.
Parola di Dio.
R. Beato chi cammina nella legge del Signore.
Anche se i potenti siedono e mi calunniano,
il tuo servo medita i tuoi decreti.
I tuoi insegnamenti sono la mia delizia:
sono essi i miei consiglieri. R.
Ti ho manifestato le mie vie e tu mi hai risposto;
insegnami i tuoi decreti.
Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò le tue meraviglie. R.
Tieni lontana da me la via della menzogna,
donami la grazia della tua legge.
Ho scelto la via della fedeltà,
mi sono proposto i tuoi giudizi. R.
Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,22-29
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie.
Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Parola del Signore.
Spesso da Dio potremmo cercare un conforto e un ristoro che riguarda le cose di questo mondo, con lo sguardo basso verso di esse, rassegnati ad esserne in qualche modo schiavi e senza riuscire ad alzare gli occhi al Cielo. Gesù questo lo sa bene ed è venuto a darci una prospettiva nuova: “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà”.
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Gesù viene a sfamarci definitivamente dalle cose del mondo dandoci un nutrimento spirituale per quelle del Cielo! Questo nutrimento è la Santa Eucaristia, cibo per la vita eterna, e la fede, quella chiave di lettura che ci fa guardare tutta la realtà sotto un aspetto diverso, dandogli un respiro di eternità, che si stende su tutto quello che viviamo.
Questo anelito alla vita eterna, al Cielo, alla dimensione spirituale, una volta che l’avremo in noi, ci disseterà e ci sfamerà dalla frenesia del mondo. La disperazione, l’angoscia, la paura, così, si eclisseranno, pensando ad un Cielo di gioia imperturbabile ed eterna che si staglia sopra di noi, se lo vogliamo e crediamo.
Un Cielo, il regno di Dio, a cui stanno però così a cuore quelle dinamiche a volte tristi e angosciose del mondo, che scende a farsi nutrimento per la nostra anima inquieta e bisognosa di certezze e consolazione, dandole la pace che solo chi vive nella volontà d’amore di Dio può provare e sperimentare: basta crederlo! Infatti, ci dice Gesù, “Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato”.
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