Ignora la famiglia e spende per sé il RdC: condannato per estorsione

L’uomo, dipendente dalla cocaina, minacciava la moglie per farsi dare la carta del RdC. Denaro che usava per la droga e non per la famiglia. La condanna sentenzia che la card non è a uso esclusivo dell’intestatario ma per il bene del nucleo familiare. 

Condannato per maltrattamenti nei confronti della moglie, in quanto con la forza si fece dare la card del Reddito di cittadinanza per scopi personali e non per il bene della famiglia. E’ quanto stabilito dalla Corte di Cassazione nei confronti di un uomo di 50 anni, dipendente dalla cocaina, che nel 2020 minacciò la moglie con un martello “intimandole di consegnargli il Reddito di cittadinanza (a lui intestato e unica fonte di sostentamento del nucleo familiare) per acquistare sostanza stupefacenti“.

Per la Cassazione, si legge nella sentenza, anche se il RdC è intestato a un solo membro della famiglia, non può essere considerato un bene personale ma è “un sussidio che soccorre l’intero nucleo familiare, come si evince dal fatto che viene elargito sulla base di certificazioni sulla posizione reddituale di tutta la famiglia”. Inoltre “integra il reato di estorsione la violenza del titolare per farsi dare la ‘card’ e “prendere somme destinate al sostentamento non solo suo ma dell’intera famiglia“.

LA DIFESA DEL TITOLARE DEL RDC

L’uomo si era difeso affermando di avere agito “esclusivamente per entrare in possesso del denaro proveniente dal Reddito di cittadinanza a lui intestato, pertanto il fatto avrebbe dovuto essere definito con esercizio arbitrario delle proprie ragioni“. Inoltre “l’aggressione sarebbe stata rivolta unicamente contro le cose e si sarebbe risolta in una sorta di ‘sfogo’ dovuto alla situazione di astinenza nella quale versava“.

Ma la Cassazione ha confermato quando già stabilito in precedenza dalla Corte di Appello, ovvero che la persona “destinataria dell’assegno era la famiglia anagrafica dell’intestatario comprensiva dei coniugi separati o divorziati residenti nella stessa abitazione e dei figli sotto i 26 anni non conviventi e a carico dei genitori

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