Prete arrestato per abusi, poliziotto testimonia: diocesi offrì soldi per silenzio della vittima

Dalla deposizione del capo della Squadra mobile di Enna è emerso che la diocesi avrebbe offerto soldi alla vittima di don Giuseppe Rugolo.

Il tentativo era quello di assicurarsi il silenzio sugli abusi sessuali subiti da parte del sacerdote.

La Diocesi di Piazza Armerina (Enna) avrebbe cercato di comprare il silenzio del giovane abusato da don Giuseppe Rugolo, sacerdote accusato di violenza sessuale aggravata su minori. Lo ha detto, durante un’udienza sul caso, il dirigente della polizia di Stato Giuseppe Ciavola. È lui che, alla guida della Squadra mobile di Enna, ha indagato sulla vicenda.

La diocesi, ha raccontato il teste, avrebbe offerto del denaro alla vittima per tacere sulla violenza sessuale subita: 25 mila euro in contanti per chiudere la bocca. Ma il ragazzo, ha spiegato il poliziotto, avrebbe subito respinto l’offerta del vescovo di Piazza Armerina Rosario Gisana.

Don Giuseppe Rugolo, il sacerdote accusato di abusi – Meteoweek

Per più di quattro ore il poliziotto ha reso la sua deposizione davanti al collegio penale del tribunale di Enna. È qui che si celebra il processo di primo grado a carico di don Rugolo. Un anno fa, il 27 aprile 2021, il sacerdote è finito agli agli arresti domiciliari. Nel computer gli sono state trovate chat a sfondo sessuale con ex allievi della scuola di Enna, dove il sacerdote insegnava, o con giovani che partecipavano alle attività che organizzava, la gran parte dei quali in condizioni di disagio psicologico.

Sempre sugli apparecchi informatici sequestrati al sacerdote sono stati trovati accessi a siti pornografici con possibilità di interagire con la telecamera. Anche la sua vittima testimonierà nel corso della prossima udienza. Per quattro anni – dal 2019 al 2013 – aveva subito le “attenzioni” del sacerdote.

Gestione cookie