Concorso scuola, «errori e ambiguità» nelle domande: i 7 quesiti contestati

Per il linguista e professore universitario Massimo Arcangeli sono sette i quesiti problematici.

Da settimane il docente sta raccogliendo i presunti errori dei test.

Non c’è pace per i concorsi pubblici. Prima c’erano stati quelli disertati in Meridione, poi quelli con contratti di breve durata e bassi stipendi per professionisti di lungo corso. E dopo ancora il Concorsone di Roma Capitale con quesiti mal formulati e ambigui. E adesso anche il concorso sulla scuola con errori e ambiguità nelle domande, perfino con quesiti fuori programma e refusi.

Inoltre i quesiti per l’assunzione dei docenti nella scuola secondaria, riferisce il Corriere della Sera, sarebbero di più rispetto ai due “ufficiali” ammessi dal Miur. Il quotidiano di via Solferino dà poi spazio a Massimo Arcangeli, linguista e professore universitario. Da settimane il professore sta raccogliendo tutti gli errori del concorso scuola per i quali centinaia di docenti potrebbero fare ricorso alla giustizia amministrativa.

Gli errori del concorso scuola individuati da Arcangeli

Massimo Arcangeli, linguista e professore universitario – Meteoweek

Arcangeli parla di «test che offendono l’intelligenza, la dignità, la professionalità di decine di migliaia di docenti alle prese con un concorso farsa». Il professore avrebbe individuato almeno sette errori.

Errore n. 1

«Quali delle seguenti grandezze si può misurare in Kg/m3 nel Sistema Internazionale?». «Quali» chiaramente e un refuso, Ma il punto sta nelle risposte. Per il ministero dell’istruzione, tra «energia cinetica», «volume specifico», «densità» e «peso specifico» la risposta giusta sarebbe «volume specifico». Per Arcangeli invece è la terza: densità.

Errore n. 2

«Comincio a scrivere la prima frase, confidando per la seconda nell’onnipotenza divina». Si chiedeva a chi e a quale libro appartenesse questo “incipit”. Ma chi ha scritto la domanda ha confuso l’inizio dell’opera – che è “The Life and Opinions of Tristram Shandy” di Laurence Sterne – col momento in cui la voce narrante si dice certa che il suo incipit sia il migliore di tutti quelli possibili.

Errore n. 3

Il terzo errore è un quesito su Ezio Raimondi, uno dei più grandi critici letterali del ‘900. Peccato che il suo nome però non compaia tra gli autori della storia della critica letteraria indicati nel bando di concorso.

Errore n. 4

«Quale tra questi romanzi tratta il tema della guerra partigiana?». C’era da scegliere tra «La ragazza di Bube» (Carlo Cassola), «Menzogna e sortilegio» (Elsa Morante), «Una questione privata» (Beppe Fenoglio) e Dialoghi con Leucò (Cesare Pavese).Per l’autore della domanda la risposta corretta era «Una questione privata». Il libro in effetti parla della resistenza, ma per Arcangeli la risposta giusta è «La ragazza di Bube», romanzo resistenziale.

Errore n. 5

«Cos’è il menù?». Per il selezionatore è «una lista cronologica e dettagliata delle vivande che l’ospite andrà a consumare». Mentre per Arcangeli bisognava rispondere «una lista cronologica e dettagliata delle vivande e bevande che l’ospite andrà a consumare».

Errore n. 6

La domanda chiede «quale sigla» – e non quale espressione – non si riferisca «a una rete di telecomunicazioni». Il problema è che tutte e quattro le sigle (anche se il termine giusto sarebbe «acronimi») si riferiscono a reti di telecomunicazioni. Quindi nessuna delle quattro risposte sarebbe giusta.

Errore n. 7

«Nel romanzo “La Cognizione del dolore” di Gadda il protagonista Gonzalo è accusato di», chiede il selezionatore. Le risposte da scegliere sono: «mangiare smodatamente», «uccisione di una guardia», «fratricidio» e «matricidio». Ma il romanzo di Gadda è rimasto incompiuto: la mamma di Gonzalo parrebbe moribonda ma non morta. Se qualcuno, tipo il figlio, avesse provato ad ammazzarla si sarebbe reso reo di «tentato omicidio», non di «matricidio» (sempre dando per scontato che sempre che sia stato il figlio a ridurla in fin di vita). Difficile dunque, per Arcangeli, individuare una risposta giusta a questo quesito. Ma certo non è «matricidio».

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