È successo al liceo linguistico Cirillo di Bari, che si trova nel quartiere San Pasquale. La ragazza frequenta il quinto superiore
Un’alunna del quinto superiore del liceo linguistico Cirillo di Bari, ha ricevuto il compito di italiano e ha scoperto di aver preso 5. A quel punto ha avuto un malore, e a scuola sono sopraggiunti i suoi genitori.
Il padre si dirige in classe e assale il professore nel corridoio di fronte agli altri alunni, con offese, minacce e spintoni.
«È accaduto a metà mattinata dell’11 aprile», spiega la preside, Ester Gargano. «Il docente d’italiano ha consegnato i risultati dei compiti in classe e un’alunna, quando ha visto l’insufficienza, che tra l’altro non era grave ma un cinque, ha manifestato un malore. Ha detto che non si sentiva bene e che voleva uscire. Così il docente si è prima accertato che fuori ci fosse il collaboratore scolastico e il docente addetto al primo soccorso, e poi ha consentito alla ragazza di andare via dall’aula».
Un’amica della studentessa avrebbe quindi contattato in modo autonomo i genitori della ragazza col suo telefonino. «Una procedura che comunque la scuola attiva quando qualcuno non si sente bene, e nel caso si chiama anche l’ambulanza», sottolinea la dirigente scolastica.
A quel punto sono sopraggiunti i genitori e, quando hanno detto in portineria cosa era successo, è stato permesso loro di salire per vedere come stesse la figlia. «Il padre allora è andato dritto verso l’aula dove faceva lezione il docente e l’ha insultato, gli ha tirato una spinta e l’ha minacciato». Tra l’altro, sarebbe un genitore che non era mai andato ai colloqui con lo stesso professore, e quindi non vi sarebbero stati screzi.
In seguito il professore ha avuto a sua volta un malore e si è recato in pronto soccorso, denunciando l’accaduto ai carabinieri che ora stanno indagando.
«C’è troppa ingerenza da parte dei genitori nelle questioni scolastiche. Questa dovrebbe essere di tipo collaborativo, perché noi firmiamo un patto educativo con la famiglia e questo percorso formativo per i ragazzi dovrebbe esser intrapreso in comune accordo.
Invece a volte la famiglia anziché collaborare si mette al posto del docente, soprattutto nelle valutazioni. Così si svilisce il ruolo educativo della scuola e anche la dignità del professore. È una situazione generalizzata e anche altri presidi mi hanno telefonato per esprimere la loro solidarietà. Ci auguriamo che le autorità competenti prendano provvedimenti», ha chiosato la preside.