Continuano le ricadute economiche della guerra, che si fanno sentire soprattutto in Europa. Adesso Mosca non fornirà più gas a Bulgaria e Polonia.
I due paesi non hanno voluto accettare le nuove condizioni poste dalla Russia rispetto ai rifornimenti energetici.
Gazprom ha tagliato il gas a Bulgaria e Polonia. Forniture interrotte. I due paesi infatti non hanno pagato in rubli. Sono i primi paesi a cui Mosca taglia il gas dall’inizio della guerra. La Russia, come si sa, aveva chiesto ai paesi definiti “ostili” di accettare uno schema secondo il quale avrebbero dovuto aprire conti presso Gazprombank e pagare le forniture di gas russo in euro o in dollari poi convertiti in rubli.
“I pagamenti per il gas fornito dal 1 aprile devono essere effettuati in rubli utilizzando i nuovi dettagli di pagamento, di cui le controparti sono state informate in modo tempestivo”, ha comunicato Gazprom.
In arrivo nuove sanzioni dalla Ue
Intanto sono in arrivo altre sanzioni per Mosca. “Stiamo lavorando al sesto pacchetto di sanzioni” alla Russia, “che arriverà molto presto”, ma “non posso indicare una data esatta perché occorre un accordo tra i nostri capi di governo”. Lo ha reso noto Kadri Simson, commissaria europea all’Energia, durante una conferenza stampa a Varsavia assieme alla ministra polacca per il Clima, Anna Moskwa.
L’approvazione delle sanzioni, ha ricordato richiede “il consenso degli Stati membri” e “per ottenerlo li stiamo sostenendo a trovare fornitori alternativi” alla Russia nel settore del gas. Perciò, ha detto Simson, “abbiamo mappato i gasdotti che potrebbero aiutare i Paesi senza sbocchi sul mare a ricevere gas naturale liquefatto dal resto del mondo”. Sono stati anche pensati piani d’emergenza per gli stati più colpiti dal taglio del gas russo.
Zelensky: il mondo libero ha diritto a autodifendersi
“L’obiettivo finale della Russia non è solo conquistare l’Ucraina, ma smembrare tutta l’Europa centrale e orientale e sferrare un colpo globale alla democrazia“. Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensly, nel consueto videomessaggio notturno pubblicato su Telegram. L’attacco russo nel Donvbass e nella regione di Odessa “causerà a Mosca nuove perdite”, ha affermato Zelensky.
Concetti simili a quelli espressi martedì sera, nella conferenza stampa a Kiev assieme al capo della Aiea Rafael Grossi. “Il mondo libero ha diritto all’autodifesa“, ha detto in quell’occasione Zelenskiy. Che ha poi aggiunto: “Non ci sono quasi più persone nel mondo libero che non capiscano che la guerra della Russia contro l’Ucraina è solo l’inizio”. Lo scopo finale dei russi, ha detto, “non è solo quello di impadronirsi del territorio dell’Ucraina, ma di smembrare l’intero centro e l’est dell’Europa e assestare un colpo globale alla democrazia”.
Difesa ucraina: 13oo missili russi dall’inizio delle ostilità
Le forze russe hanno lanciato 1.300 missili contro il territorio ucraino dallo scoppio della guerra. Una cifra fornita dal viceministro della Difesa Anna Malyar. “Secondo i nostri dati, le loro riserve sono già più che dimezzate”, ha detto. I missili conteggiati comprendono tutti quelli lanciati dalle forze aeree, quelle marittime e terrestri. Vicino al confine con l’Ucraina sono state avvertite delle esplosioni. È successo a Belgorod, città russa. Stando alla Reuters è partito anche un incendio in un deposito di munizioni.