Reddito alimentare, una formula che può suonare strana ed inedita eppure è al centro di una proposta molto concreta e che sta prendendo sempre più piede.
Il tema della povertà è purtroppo sempre più attuale e drammatico. Il Covid prima e l’inflazione poi, hanno creato una disparità sociale sempre più colossale ed incolmabile.
Oggi addirittura in Italia 2,7 milioni di persone sono a rischio fame quindi sono in una situazione molto peggiore rispetto alla semplice povertà: sono concretamente a rischio di non riuscire a mangiare.
Il mostro della fame: numeri sempre più terribili
Ma oltre a questo dato spaventoso ce n’è un altro che fa riflettere: ben 220.000 tonnellate di cibo vengono buttate via nei supermercati ogni anno.
Decisamente un qualcosa di assurdo e proprio per questo nasce la proposta del Reddito alimentare. Il Reddito alimentare, diversamente dal reddito di cittadinanza o dal reddito di base universale, non punta a distribuire soldi, ma a distribuire cibo. La petizione tutta italiana è stata lanciata su change.org.
Una proposta molto concreta
Grazie a questo strumento si possono ottenere pacchi alimentari nei quali c’è tutto l’invenduto della grande distribuzione. Il vantaggio fondamentale per lo Stato sarebbe quello di essere a costo quasi zero, ma di poter offrire un concreto aiuto a tutti quegli italiani che siano a rischio fame. Si tratta di una petizione lanciata da Leonardo Cecchi che è un militante PD molto attivo sui social. A questa petizione si sono aggiunti altri soggetti sostenitori per promuoverla. Lo scopo è quello di riuscire a farla approvare entro la fine dell’anno. Gli organizzatori fanno anche un una riflessione sul rapporto tra Stato e terzo settore.
Uno strumento a costo zero
Infatti attualmente è lo Stato che si appoggia al terzo settore per risolvere il problema fame mentre invece per questa proposta è il terzo settore che deve appoggiarsi alla forza dello Stato per risolvere questo determinante problema. Ma vediamo come funzionerebbe concretamente. Si tratterebbe di individuare tramite l’INPS quali sono i soggetti che ne hanno diritto, vale a dire quelli più fragili economicamente. Questi soggetti avrebbero diritto di una card che darebbe loro la possibilità di ottenere una certa quantità di cibo ogni mese.
Un’app per vedersi riconoscere il cibo
Anzi in realtà chi propone questa iniziativa pensa più che altro ad una app che riconosca alle persone a rischio fame il diritto di ritirare un determinato controvalore di pacchi cibo invenduto per ogni mese. Una proposta sicuramente utile e meritoria in un momento di crisi così forte. Questa proposta non ha alcuna attinenza con il Reddito di Base Universale, la rivoluzionaria proposta che mira a riconoscere un reddito minimo a qualsiasi individuo e che si può sostenere sull’apposito sito dell’Unione Europea.