La Cremeria San Francesco di Bologna ha dovuto chiudere i propri profili social a causa di offese pesanti e recensioni negative. Ecco cos’è accaduto
Insulti e minacce dopo aver pubblicato sui social un annuncio in cui cercavano personale. È quanto occorso alla Cremeria San Francesco di Bologna, che ha ricevuto anche minacce di morte sul web.
Tutto questo si è scatenato quando la gelateria ha postato un messaggio in cui cercava personale. L’annuncio recitava così:«La Cremeria cerca una persona per il servizio al banco, passate in negozio per qualsiasi informazione. Ma ricordate che ai miei tempi prima di chiedere ‘Quanto prendo?’ si faceva una prova e poi si discuteva di soldi. Vi consiglio lo stesso approccio. La gelataia».
Da qui in poi si è scatenata una vera e propria valanga di insulti, al punto che i due coniugi, proprietari della Cremeria, hanno dovuto rimuovere il post e mettere in pausa la pagina social della gelateria. I due titolari si sono sentiti dare degli “sfruttatori“, “schiavisti” e offese anche molto più gravi.
L’annuncio ha creato una vera e propria tempesta sui social, oltre al fatto che la gelateria ha pure ricevuto in 24 ore 200 recensioni negative, su un locale che da 16 anni è sito in una delle zone storiche di Bologna.
I titolari del locale, hanno poi postato una rettifica:«Abbiamo scritto un post di corsa e senza badare al fatto che potesse essere fraintendibile, abbiamo scelto le parole sbagliate, ci spiace che qualcuno possa essersi sentito offeso dai toni del post», fino alla scelta di tacere.
La gelataia, come riporta Il Giornale, ha rivelato:«Non so più cosa fare, mi arrivano messaggi anche sul cellulare. Siamo qui da sedici anni, siamo una impresa familiare, e solo noi sappiamo come è difficile trovare le persone giuste, quello che non se ne va a metà stagione lasciandoti nei guai. Per questo mi piace parlare con loro, capirli, e solo alla fine si parla di soldi. Mi affido all’intuito, non alle pretese. E adesso mi stanno massacrando. Ci abbiamo messo anni a avere quelle stelline sui social, adesso è tutto distrutto».