Il Reddito di Cittadinanza potrebbe rappresentare un vero e proprio problema per il turismo italiano. Nonostante ciò, però, la è misura che non deve essere tagliata.
A spiegare il motivo per il quale il turismo potrebbe risentire del Reddito di Cittadinanza è Bernabò Bocca, il Presidente di Federalberghi.
Le misure restrittive dovute alla pandemia provocata dal Covid-19 iniziano ad allentarsi e i turisti tornano a visitare le nostre città. La domanda è, infatti, in aumento e questo, come sottolinea il Presidente di Federalberghi, è un aspetto molto positivo.
Accanto a questo aspetto positivo, però, vi è anche un aspetto negativo dovuto in particolare alla carenza di personale. Bernabò Bocca, infatti, fa notare che in questo periodo storico sembra sia più difficile trovare dipendenti che clienti, soprattutto per gli hotel.
Il Presidente di Federalberghi, Bocca, ha provato a spiegare il perché di questa difficoltà. «Probabilmente succede perché lo stipendio base di un facchino e di una cameriera è simile al Reddito di Cittadinanza» afferma. Di conseguenza, percependo uno stipendio basso «il Reddito di Cittadinanza diventa, per molti, un alibi per non lavorare» aggiunge.
Se da un lato, però, non si può chiedere ad una azienda di alzare la retribuzione mensile di un dipendente, dall’altro lato non andrebbe allo stesso modo eliminato il Reddito di Cittadinanza. Bocca suggerisce, invece, di correggere tale misura «affinché serva ad aiutare chi ha veramente bisogno».
La ripresa post-Covid
I turisti italiani così come quelli di tutto il mondo, dopo i due anni di chiusure forzate, hanno ripreso a viaggiare. Segnali incoraggianti sono arrivati già a Pasqua e per il ponte lungo del 25 Aprile.
Gli italiani, in particolare, stanno prediligendo le città d’arte e preferiscono restare in Italia. Bernabò Bocca si dice soddisfatto per la scelta fatta dagli italiani: «Gli italiani si sono mossi in maniera importante ed è positivo che siano rimasti in Italia». Allo stesso modo, però, è importante anche il ritorno degli americani perché «hanno una forte capacità di spesa».
Il turismo sicuramente risentirà dell’assenza del mercato russo e asiatico: «L’auspicio – afferma Bocca – è che venga compensata da americani e canadesi, a beneficio soprattutto delle città d’arte che, in questi due anni, hanno subito le perdite maggiori».