L’ultima uscita del senatore 5s Vito Petrocelli: un tweet sul 25 aprile in chiave filorussa. Il Movimento pentastellato reagisce duramente.
Conte ha annunciato la sua espulsione dal M5s. Anche Paola Taverna stigmatizza il tweet.
«Per domani buona festa della LiberaZione». Ha il sapore della provocazione – un’altra – il tweet del senatore pentastellato Vito Petrocelli. A colpire, neanche a dirlo, è la Z maiuscola tracciata sui mezzi militari russi e dai supporter del Cremlino. Quella lettera, che ormai simboleggia universalmente l’offensiva di Mosca contro l’Ucraina, ha scandalizzato in molti.
Primi fra tutti i suoi follower su Twitter, che hanno deplorato l’uscita del senatore 5S. Poi è arrivata la reazione del partito. Giuseppe Conte ha definito «vergognosa» la provocazione di Petrocelli annunciando la sua espulsione dal Movimento.
Petrocelli, 58 anni, geologo lucano (nato a Taranto, ma vive a Matera), è in parlamento dal 2013 col M5s. In passato aveva militato nella sinistra extraparlamentare. Un mese fa era già finito al centro di una polemica. Aveva invocato auspicato l’uscita del Movimento pentastellato dal «governo Draghi interventista che vuole fare dell’Italia un paese cobelligerante».
Subito erano partite le richieste di dimissioni. Prima a farlo Italia Viva, seguita poi dagli altri partiti della maggioranza di governo. Petrocelli infatti è anche presidente della commissione Affari esteri. Ma di dimettersi non ha proprio pensato: «Non intendo lasciare la presidenza della commissione», aveva detto. Aggiungendo poi: «Non voterò più la fiducia al governo, su nessun provvedimento. L’atteggiamento del governo sulla guerra è la goccia che fa traboccare il vaso, perché ormai considero le politiche del governo Draghi su esteri e difesa molto lontane dal programma del Movimento 5 Stelle».
E adesso, alla vigilia della festa della Liberazione, la nuova provocazione. Stavolta in palese supporto alla guerra lanciata da Mosca. Dopo Conte, dal M5s è arrivata anche la dura presa di posizione di Paola Taverna: «Sinceramente non ho più parole» ha esordito la vicepresidente del Senato. «Quella tua Z offende chi lotta oggi e chi ha lottato ieri. Quella Z offende la libertà, offende i valori su cui si fonda la nostra democrazia, offende chi è morto per la libertà, anche per la tua. Offende te, senatore della Repubblica nata dalla Resistenza», ha concluso Taverna.
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