Cerca di uccidere la figlia neonata con un coltello, trovato in casa uno scheletro di bambino. Per la donna, già ai domiciliari, si parla anche di occultamento di cadavere e infanticidio.
Nuovi dettagli emergono in merito alla vicenda avvenuta lo scorso 23 luglio a Martano, nel Salento. In quel giorno d’estate una donna aveva tentato di uccidere la figlioletta neonata, ferendola con tre coltellate alla gola. La donna è finita ai domiciliari (che sta attualmente scontando nella casa di alcuni suoi parenti) per tentato omicidio, ma ad esserle contestata è l’ipotesi di reato di occultamento di cadavere. Secondo quanto viene riportato da Quotidiano di Puglia, nella sua vecchia abitazione sarebbe stato ritrovato lo scheletro di un neonato, occultato all’interno di una valigia.
Scheletro di neonato sotto il letto, ipotesi di infanticidio
Avviata l’inchiesta a seguito del tentato omicidio avvenuto lo scorso 23 luglio, i carabinieri hanno effettuato indagini e accertamenti volti a ricostruire la vicenda. Ma sarebbero emersi ulteriori e inaspettati dettagli, che aggraverebbero la posizione della donna – arrestata in flagranza di reato e ora finita ai domiciliari. Durante una perquisizione effettuata all’interno dell’abitazione dell’indagata, infatti, i militari dell’Arma avrebbero ritrovato un cadavere di neonato.
Nello specifico si tratterebbe di resti umani – uno scheletro di neonato, avvolto in alcuni stracci di cotone, chiusi con del filo di ferro, e occultati all’interno di una valigia. La stessa valigia è stata ritrovata chiusa all’interno di alcuni sacchi di plastica, e disposta sotto il letto. Secondo quanto viene riportato, a ritrovare per primo il corpicino sarebbe stato il compagno della donna, dopo essere tornato nell’abitazione a conclusione del dissequestro dell’immobile.
Alla 34enne, ora, viene contestata l’ipotesi di reato di occultamento di cadavere. Ma sono diversi i punti oscuri della vicenda. Ancora non è chiaro, infatti, in che circostanze sia morto il neonato. Una delle ipotesi vede la donna trovare il figlio morto in casa, dopo un parto avvenuto in maniera clandestina. Il piccolo, però, potrebbe anche essere nato già morto. In questo senso, le riposte potranno essere trovate solo dopo la consulenza del medico-legale Roberto Vaglio. Nel frattempo, l’esame autoptico ha già stabilito che la madre del neonato è la stessa donna che ha tentato di uccidere la bimba il 23 luglio scorso.
Non si esclude il sopraggiungere dell’accusa di infanticidio nei confronti dell’arrestata, che già nello corso dell’interrogatorio di garanzia non aveva raccontato niente davanti al gip, preferendo avvalersi facoltà di non rispondere. Proseguono le indagini, si attendono ulteriori sviluppi.