La decisione del tribunale arriva quattro anni e mezzo dopo i fatti: niente legittima difesa, ma volontà di uccidere.
L’avvocato aveva sorpreso i ladri a casa dei suoi, uccidendone uno e ferendo l’altro mentre si davano alla fuga.
Non voleva sparare per difendersi, ma per uccidere. Per questo ieri pomeriggio la Corte di assise di Latina ha condannato a 14 anni di carcere l’avvocato Francesco Palumbo. Su di lui pendeva l’accusa di aver ucciso Domenico Bardi, 46enne di Napoli, e di aver tentato di eliminare anche il complice Salvatore Quindici.
Palumbo li aveva sopresi mentre rubavano in casa dei suoi, in via Palermo, a Latina. Era la domenica pomeriggio del 15 ottobre 2017. L’avvocato, avvisato dall’allarme antintrusione, si era recato a casa dei genitori. I due ladri facevano parte di una banda campana specializzata nei furti d’appartamento. Una volta scoperti, erano fuggiti. Palumbo ha sparato a Bardi colpendolo a morte nella schiena mentre scendeva le scale. Poi ha aperto il fuoco anche sul complice, ferendolo. Le indagini hanno accertato che i due malviventi erano disarmati, mentre Palumbo sosteneva di aver sparato per legittima difesa. Temeva che il rapinatore fosse armato di pistola.
La Corte d’assiste però ha rigettato la richiesta di assoluzione della difesa e ha condannato l’avvocato. Per lui è arrivata una pena superiore ai 12 anni richiesti dal pubblico ministero. A Palumbo, incensurato, sono state riconosciute le attenuanti generiche. Ma è stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici per la durata della pena.