I furbetti del reddito di cittadinanza: truffa milionaria ai danni dello stato, più di mille denunciati

Una indagine dei carabinieri su chi percepisce il reddito di cittadinanza senza averne titolo ha portato a scovare numerosi “furbetti”.

In tutto il danno per lo stato ammonta a oltre 6 milioni e mezzo di euro.

Le vie del Signore sono infinte. Ma anche quelle percorse da chi cerca di truffare lo stato non scherzano quanto a numeri. Lo mostra l’inchiesta bis dei carabinieri sul reddito di cittadinanza. I militari dell’Arma si sono concentrati sui percettori indebiti del reddito di cittadinanza nel Napoletano. I controlli, svolti a partire dal novembre 2021 fino a oggi, hanno portato a denunciare circa 1.200 persone. Con un danno per lo stato valutato attorno ai sei milioni e mezzo di euro.

Se nel 2021 erano state oltre 2 mila (2.441 per la precisione) le persone che avevano percepito il sussidio senza averne diritto, stavolta i carabinieri hanno scovato 1204 persone. Le posizioni irregolari riscontrate sono state 651, in 553 hanno ricevuto una denuncia per truffa ai danni dello stato. Con un danno per lo stato che tocca quota 6.557.931,86 di euro. A essere controllati sono stati 1167 nuclei familiari e 2300 persone.

I mille modi per ottenere illecitamente il reddito di cittadinanza

Maglia nera per la provincia nord orientale di Napoli, con Marano. Qui si concentra più di un terzo dei sei milioni di euro sottratti indebitamente allo stato. Quasi due milioni e ottocentomila sono finiti indebitamente in tasca a persone residenti quest’area del Napoletano. In 125 sono stati denunciati. Tra questi sono 101 quelli che avevano precedenti con la giustizia.

La tessera rdc usata per un “servizio di prelievo contanti”

Il campionario dei furbetti del reddito di cittadinanza è variegato. C’è il caso singolare del titolare di un alimentare di Ponticelli. Lo scorso gennaio era stato “pizzicato” da una trasmissione tv mentre forniva ai clienti una sorta di servizio di prelievo contanti. Fingeva acquisiti di merce passando sul Pos la tessera del rdc per importi generalmente superiori al massimo giornaliero prelevabile (che difficilmente va oltre i 200 euro). Ma nel carrello dell’acquirente non metteva nulla. Si limitava a restituire in contanti la somma strisciata trattenendosi un 15% per il servizio. È stato denunciato dai carabinieri che gli hanno anche sequestrato il locale (senza autorizzazione comunale).

C’è poi chi, come a Pozzuoli, arrotondava il reddito di cittadinanza facendo il parcheggiatore abusivo, mentre la figlia di un uomo ritenuto coinvolto nell’omicidio del giornalista Giancarlo Siani a Marano ha percepito circa 8500 euro senza averne alcun titolo. Un uomo di nazionalità romena invece ha chiesto due volte il reddito. La prima volta ha inserito la residenza nel comune di Napoli, la seconda invece in quello di Marano. E quando è andato in posta per ritirare la carta del reddito ha fornito dei documenti falsi.

Una tattica simile è stata adottata dall’ex moglie di un uomo considerato vicino al clan Nuvoletta. Le era stato revocato il sussidio. Ma la donna non si è arresa e lo ha richiesto nuovamente in un Caf. I carabinieri hanno bloccato sul nascere la domanda, prima che le fosse erogato il reddito.

Invece a Pomigliano D’Arco le mogli di due pregiudicati incarcerati – uno per associazione di stampo mafioso – avevano chiesto e ottenuto il sussidio. Naturalmente senza menzionare nella domanda il fatto che i rispettivi compagni erano ospitati dalle patrie galere.

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