Russiagate, la sfida Renzi-Conte si sposta al Copasir

Dopo gli scambi di accuse tra i due leader – e ex presidenti del consiglio – la vicenda potrebbe spostarsi sui tavoli del Copasir.

Che però ha già fatto degli approfondimenti in passato dove era emerso il ruolo decisivo del ministro Guerini.

Matteo Renzi ha detto di avere certezze sul Russiagate: “Io su Conte non ho sospetti, ho delle certezze“. Il leader di Italia Viva lo ha dichiarato ieri in un video. Per poi rivolgersi direttamente all’ex presidente del Consiglio: “Sul Trump-gate non ti sei comportato bene. Tu, caro Giuseppe Conte, hai molte cose di cui non stai parlando, come l’arrivo dei russi a inizio pandemia”.

La vicenda adesso finirà davanti al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Le parole del senatore fiorentino non sono sfuggite a Adolfo Urso, il presidente del Copasir. Che ha deciso di cominciare a sentire chi, sulla vicenda, dice di avere certezze. Dunque proprio da Renzi: “Se Renzi ha certezze sul fatto che l’ex premier Conte ha violato i dettami costituzionali, ovviamente da lui dobbiamo partire”, ha detto Urso. Chi chiamare per essere audito se non, aggiunge Urso, “chi mi dice, o dice al Paese, di avere delle certezze. Altrimenti su chi facciamo approfondimenti?”, spiega il presidente del Copasir.

Il “redde rationem” potrebbe sposarsi al Copasir

Adolfo Urso, il presidente del Copasir – Meteoweek

Adesso il duello tra Renzi e Conte potrebbe spostarsi al Copasir. La resa dei conti tra i due potrebbe avvenire infatti palazzo San Macuto, dove si riunisce il Copasir, anche se Renzi ha più volte auspicato un confronto televisivo. La sfida tra i due ex premier si è riaccesa martedì, dopo che Repubblica aveva pubblicato un articolo sul “Russiagate”, cioè i tentativi di influenzare le elezioni Usa del 2016 a vantaggio di Hilary Clinton, che allora correva contro Trump.

L’articolo di Repubblica alludeva a una regia politica dietro l’incontro a Roma fra i vertici degli 007 americani e quelli italiani nell’estate 2019. In quella occasione si sarebbero incontrati il direttore del dipartimento per le informazioni sulla sicurezza Gennaro Vecchione e il segretario per la giustizia americano Bill Barr. Lì Renzi sarebbe stato indicato come uno degli artefici del Russiagate, mentre a orchestrare l’incontro tra 007 sarebbe stato l’allora premier Giuseppe Conte.

Da qui il duello tra Renzi e Conte. Il leader del M5s ha replicato alla accuse di Renzi chiedendogli perché mai, in tutti questi anni, non abbia mai riferito al Copasir di questi suoi sospetti: “Cosa teme – domanda Conte – , di dover poi rispondere alle domande dei componenti del Copasir e di essere obbligato, per legge, a riferire tutta la verità?”.

Ma il Copasir aveva già fatto i suoi approfondimenti

Il Copasir però si è era già occupato della vicenda. Lo ha reso noto a Omnibus, su La7, lo stesso Adolfo Urso. “La conclusione – ha spiegato il presidente Copasir – è che le rassicurazioni date dal ministro della Difesa e dall’Intelligence hanno evitato ogni secondo fine della missione“. Certo, ha poi aggiunto, “l’aspetto propagandistico è noto a tutti, ma le contromisure messe in campo hanno evitato che si corressero dei rischi”. Una volta terminati gli approfondimenti, ha concluso Urso, “faremo delle valutazioni e le renderemo pubbliche, se riterremo di renderle pubbliche”.

Una linea condivisa anche da Enrico Borghi, deputato Pd e membro del Copasir: “La valutazione politica è che le attività messe in campo dal ministro Guerini e dai nostri sistemi di informazione evitarono qualsiasi tipo di utilizzo improprio di quel tipo di missione”, ha detto.

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