Il marito della donna scomparsa è stato interrogato dal pm in carcere. Il colloquio avrebbe rafforzato le prime ipotesi sulla morte della 44enne.
Non si sarebbe trattato di un incidente, ma di un omicidio volontario.
Emergono nuovi particolari sulla morte di Romina Vento, la donna di 44 anni affogata l’altro ieri nell’Adda. Gli inquirenti hanno subito avuto il forte sospetto che non fosse un incidente, bensì un omicidio. Per questo è stato fermato Carlo Fumagalli, il marito 49enne della donna scomparsa. Sarebbe stato lui ad aver causato l’annegamento della moglie.
Un’ipotesi rafforzata, riferisce il Corriere della sera, dall’interrogatorio dell’uomo. Si ipotizza che si sia lanciato nel fiume con l’auto per uccidere la compagna. Fumagalli non intendeva suicidarsi e gli inquirenti escludono anche che volesse inscenare un incidente stradale.
Si sarebbe lanciato nel fiume con l’auto con l’intenzione di uccidere la moglie
Alla base ci sarebbe un disegno lucido. L’uomo si è presentato alla fine del turno della moglie, che di solito tornava a casa a piedi, poi ha deviato verso il fiume Adda. Infine ha puntato a tutto gas verso l’unico varco utile per lanciarsi dalla strada verso le acque.
Infine, sempre stando alle prime ricostruzioni, avrebbe abbandonato la moglie al suo destino. Mentre lui, alto un metro e novanta e esperto nuotatore, ritornava a riva. Non è ancora chiaro se abbia cercato anche di buttarla sott’acqua. Romina ha urlato e chiesto aiuto, è riuscita anche a liberarsi dall’abitacolo ma poi non ce l’ha fatta. E così è annegata.
Un rapporto in crisi e i problemi psichiatrici
Il 49enne, riferisce il suo avvocato, soffre da tempo di problemi di natura psichiatrica e ultimamente aveva interrotto le cure. Con la moglie stava attraversando un momento di difficoltà. Di indole mite e riservata, Romina si divideva tra il lavoro al pastificio Annoni e i due figli. Continuava a stare accanto al marito, malgrado i suoi problemi psicologici. Ma ultimamente pare stesse cominciando a pensare alla separazione, una ipotesi che probabilmente ha aggravato il malessere dell’uomo. Esclusa invece la presenza di relazioni extra-coniugali.
Quando i carabinieri lo hanno fermato a Vaprio, Fumagalli indossava gli abiti ancora bagnati. Si è agitato, e i militari hanno faticato a convincerlo a salire in auto. In caserma a Treviglio si è poi calmato e non ha più aperto bocca fino all’arrivo del pm in carcere. Oggi o domani verrà convalidato il suo arresto.