A giugno l’attaccante del Genoa andrà a processo: è accusato di aver partecipato a uno stupro di gruppo ai danni di una studentessa.
La violenza sarebbe avvenuta in un appartamento a Siena, in una notte di fine maggio.
Lo scorso marzo il pm Nicola Marini ha chiesto di rinviare a giudizio Manolo Portanova, attaccante 21enne del Genoa. Il 7 giugno il calciatore dovrà dunque comparire (assieme ad altri due giovani) davanti al Gup del tribunale di Siena, Ilaria Cornetti. Qui dovrà difendersi dall’accusa di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa, oggi 22enne.
Stando all’accusa, la violenza sarebbe avvenuta nella notte tra il 30 e il 31 maggio 2021 in un appartamento del centro di Siena. Tutto sarebbe successo, testimonia la ragazza, nell’appartamento di un amico di Portanova. Lei si trovava lì in compagnia di un’amica, che però si era appartata con un ragazzo. Così è rimasta sola col calciatore.
Il racconto di una violenza brutale
A un certo punto, racconta, ha sentito altre persone ridere in camera da letto. E quando si è alzata con la scusa di prendere una bottiglia d’acqua, dopo aver accesso la luce si è trovata di fronte a tre uomini nudi.
Lì comincia l’inferno: i tre abusano ripetutamente di lei, la picchiano, la insultano, le sputano addosso. Il tutto, dice a ‘Il Secolo XIX’, con un «accanimento animalesco sul suo corpo concepito come un oggetto».
Dopo mezz’ora la lasciano andare. Va al pronto soccorso, dove i medici accertano che ha subito colpi ai fianchi, ai glutei. Presenta anche ferite profonde nella parti intime. Viene dimessa con una prognosi «superiore ai 40 giorni».
Ma per lei non ci sono solo le lesioni fisiche. La violenza le lascia danni permanenti nella psiche. La giovane da allora è ricorsa a continue sedute psichiatriche. «Stress acuto, ansia, oscillazione dell’umore e riduzione dell’appetito. Quanto accaduto in quella terribile sera vivrà con me per sempre. Giorno dopo giorno, passo dopo passo», racconta.
La difesa: il rapporto era consensuale
La difesa del calciatore annuncia l’intenzione di chiedere il rito abbreviato. Una «scelta obbligata», spiega il legale di Portanova sempre a ‘Il Secolo XIX’, «per evitare che tutte le parti rivivano una vicenda che ha portato a sofferenze». L’avvocato del giocatore fa sapere poi di aver svolto delle indagini dalle quali sarebbe emerso che il rapporto «è stato consensuale».
Una tesi ovviamente contestata dalla ragazza, che parla di «un atto di violenza assurda e immotivata. C’era il consenso a un rapporto sessuale con il calciatore, non con gli altri. Ora voglio solo giustizia per quanto accaduto quella notte», fa sapere attraverso il suo legale, Jacopo Meini.