Usura, decoro urbano e criminalità crescente. Gli imprenditori italiani del terziario sono preoccupati dal continuo crescere dell’illegalità e da uno Stato che non li protegge.
Gli imprenditori italiani che si occupano del settore terziario non si sentono garantiti dallo Stato nello svolgere il loro lavoro a causa del fenomeno dell’usura e di altre attività illegali a loro danno. E’ il risultato di una ricerca condotta da Confcommercio in collaborazione con Format Research e presentata oggi durante la Giornata della Legalità.
Secondo questa ricerca che si basa su un campione della città di Firenze, il 16,2% degli imprenditori ritiene che la criminalità sia in aumento agendo tramite il racket ai danni del settore, mentre l’11,8% lamenta problemi legati alla percezione della sicurezza in peggioramento soprattutto nelle gradi città. Male anche la qualità della vita e il decoro urbano, in calo secondo un intervistato su quattro.
Per il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano “A livello nazionale sono almeno 30mila le imprese di commercio, ristorazione e ricettività ad elevato rischio usura. E se un tempo potevamo considerare la Toscana un’isola felice, oggi purtroppo non è più così“.
PREOCCUPA L’AUMENTO DELLA CRIMINALITA’
“La pandemia, poi, lasciando per molti mesi vuote le nostre città e chiuse le imprese, in qualche caso ha creato una sorta di terra di nessuno dove il crimine ha trovato terreno fertile – continua Cursano -. Ne sono prova i tanti casi di furti, rapine e delinquenza generica dai quali anche Firenze è colpita. Per effetto della crisi economica e del calo drammatico dei consumi, tanti imprenditori si sono scoperti più deboli e, laddove non è riuscito ad arrivare lo Stato con il suo sostegno, sono arrivate le organizzazioni criminose con promesse false di riscatto. È un dramma che va affrontato insieme, senza lasciare indietro nessuno”.
UN COSTO ENORME PER LO STATO
Il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni lamenta l’elevato costo dell’illegalità nel nostro Paese “non solo per l’intera società civile, ma anche per l’economia. Solo alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi sottrae quasi 31 miliardi di euro a livello nazionale, mettendo a rischio circa 200mila posti di lavoro. Tra le voci di maggiore impatto ci sono contraffazione e abusivismo, che a macchia d’olio stanno espandendosi in tutti i settori, anche se nel commercio e nel turismo trovano settori particolarmente facili da penetrare. Proprio di questo abbiamo parlato nel nostro recente incontro con il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Firenze, il generale Fabrizio Nieddu. Mentre gli imprenditori onesti faticano a tenere aperte le loro attività, fra costi in aumento e incassi in discesa, i loro concorrenti ‘occulti’ continuano a muoversi indisturbati: strutture ricettive abusive, tour operator falsi, professionisti senza autorizzazioni, venditori senza licenza. E la cosa peggiore è che ancora qualcuno considera l’abusivismo un peccato veniale, mentre è un vero e proprio attentato alle regole della democrazia e del vivere civile”.