Ma l’intesa non piace per nulla a Stati Uniti e Australia, e non solo. Si teme l’aumento della presenza militare di Pechino nel Pacifico.
La Cina potrebbe replicare nel piccolo stato insulare quanto ha fatto a Gibuti, in Africa.
La Cina e le Isole Salomone hanno sottoscritto un accordo di cooperazione sulla sicurezza. L’intesa ha fatto molto discutere nelle ultime settimane. Si teme l’aumento dell’influenza cinese nell’Oceano Pacifico, a meno di duemila chilometri dall’Australia.
Lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin. L’intesa, fa sapere Pechino, “non si rivolge contro terze parti” e rientra tra i “normali scambi e la cooperazione” tra i due paesi. Cina e Isole Salomone, “coopereranno nel mantenimento dell’ordine sociale, nella protezione della vita e dei beni delle persone, nell’assistenza umanitaria e in risposta ai disastri naturali”.
Critiche all’accordo da parte americana, neozelandese e australiana
Non la pensano così Stati Uniti, Nuova Zelanda e Australia. Stando a una bozza dell’intesa circolata lo scorso mese, la Cina potrebbe aumentare la propria presenza militare nelle Isole Salomone, anche con l’invio di navi. Solo nel 2019 Pechino ha stretto rapporti diplomatici con le Isole Salomone, sottraendo così a Taiwan uno dei pochi alleati diplomatici rimasti.
Senza contare che Pechino potrebbe mandare nelle isole le proprie forze di sicurezza. Questo su richiesta di Honiara, che ha problemi di ordine sociale da quando, a novembre scorso, sono partite forti proteste nello isole. A innescarle era stato proprio l’improvviso passaggio dal riconoscimento di Taiwan a quello della Cina. I manifestanti avevano addirittura tentato di dare l’assalto al parlamento.
Rischio “Gibuti” nel Pacifico
Il rischio dell’accordo, secondo i critici, è quello di fare dello stato insulare da 700 mila abitanti una specie di “Gibuti” nel Pacifico. Il riferimento va alla base navale cinese insediata nel 2016 nel piccolo Stato del corno d’Africa. Fino ad ora l’unica base estera gestita dalle forze militari di Pechino.
Oltre all’Australia e alla Nuova Zelanda, l’intesa di Honiara con Pechino non piace neppure a altri attori regionali: Micronesia, Figi, Palau, Tonga e Papua Nuova Guinea. Il Pacifico rappresenta un punto di frizione tra Cina e Stati Uniti. Una tensione che si è innalzata dallo scorso settembre, quando Biden ha annunciato una collaborazione tra Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia sui sottomarini nucleari – adesso allargata anche alle armi ipersoniche capaci di trasportare testate nucleari – e che Pechino ha definito “una Nato nel Pacifico” e una manifestazione della “mentalità da Guerra Fredda” degli americani.