Assalito coach dal papà di un calciatore di 12 anni: ha rischiato un rene

Francesco Latini, coach dell’Accademia Calcio Terni, è finito in ospedale, a Cesena, dopo un litigio di gioco, il papà di un 12enne lo ha preso a calci

Doveva essere una semplice partita di calcio tra ragazzini a Pasqua, ma si è trasformata in ben altro. La gara si è giocata tra l’Accademia Calcio Terni e Gcd Ponte di Nona (Roma), due squadre che facevano parte di un torneo chiamato “Regins Pasqua Football Cup”, organizzato allo stadio Magi di Gabicce, in provincia di Pesaro-Urbino.

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Il match era tra ragazzi di 13 anni, classe 2009 e quando la partita stava per concludersi, è scoppiato un litigio di gioco in campo, che i due coach hanno fermato. Tuttavia, quando tutto sembrava essersi sedato, il papà di uno dei ragazzini del Gdc Ponte di Nona, ha scavalcato la recinzione, recandosi verso la panchina dell’Accademia Calcio Terni, finendo per colpire l’allenatore Francesco Latini, 33 anni.

Dapprima lo avrebbe insultato e poi preso a pugni e calci, continuando a inveire sul coach finché tecnici e organizzatori del torneo non sono intervenuti, portandolo via dal campo. Mentre i ragazzini erano spaventati e i presenti sconvolti, sono sopraggiunte le forze dell’ordine e la partita è stata vinta a tavolino dall’Accademia Calcio Terni.

Nel frattempo, Latini è finiti al nosocomio Bufalini di Cesena, poiché ha avuto un’emorragia che per fortuna è stata bloccata. In un colloquio con il sito Umbria On, Latini ha raccontato l’accaduto:«Dopo le prime di sabato, domenica stavamo disputando allo stadio di Gabicce una partita del girone finale con la possibilità di arrivare fra le prime otto classificate. Ad un certo punto, un giocatore avversario e uno dei miei hanno avuto uno screzio e sia io che l’allenatore dell’altra squadra siamo entrati in campo per placare subito gli animi.

Cosa che abbiamo fatto usando soltanto le parole, senza alcun contatto fisico. Poi, con il mister avversario, ci siamo scambiati un cenno di intesa e lui ha provveduto a sostituire il suo atleta che aveva un po’ innescato questa situazione.

Poi ciascuno è tornato sulla propria panchina. Quando ero voltato verso il terreno di gioco, un soggetto, che poi ho scoperto essere un genitore della squadra avversaria, mi ha colpito prima con un pugno al volto e poi, quando ero a terra, con un calcio violentissimo ad un fianco».

L’allenatore è stato soccorso immediatamente:«Dopo le prime cure, mi hanno portato all’ospedale di Riccione e lì, a seguito della Tac a cui sono stato sottoposto, è emerso l’ematoma al rene destro. A quel punto sono stato trasferito d’urgenza all’ospedale di Cesena, con addosso la paura di perdere il rene. Lì i sanitari, dopo l’iniziale ipotesi di un intervento chirurgico d’urgenza, hanno deciso di far trascorrere la notte per valutare l’evoluzione del quadro clinico. Fortunatamente l’intervento non si è reso necessario ma sono ancora ricoverato e mi è stata prospettata una prognosi di oltre trenta giorni».

Latini ha proseguito spiegando che la denuncia, dato che l’episodio è stato molto grave, è partita d’ufficio. «Da quello che ho capito, questo genitore ha scavalcato la recinzione per venirmi a picchiare all’improvviso, senza neppure darmi la possibilità di difendermi. Così, a freddo. Roba che fa venire i brividi, soprattutto se associata ad un torneo giovanile, dove i ragazzi dovrebbero come prima cosa vivere in uno spirito sì agonistico, ma di amicizia», ha continuato il coach dell’Accademia Calcio Terni.

Dato quanto occorso, l’Accademia ha scelto di non giocare l’incontro che si sarebbe dovuto tenere lunedì. «Di ciò che mi è successo, si è preoccupato, finora, solo l’allenatore del Ponte di Nona che è salito in ambulanza per sincerarsi delle mie condizioni. Al momento, dell’altra squadra, non ho sentito nessun altro. L’importante è aver salvato il rene. Ma tutto ciò deve far riflettere sulla follia che, in alcuni casi, rischia di rovinare questo magnifico sport e i ragazzi stessi». 

L’allenatore ha poi deciso di postare un messaggio sui social, che l’Accademia Terni ha poi ricondiviso:«Sto bene. Fortunatamente sto bene, ma ho rischiato di farmi seriamente male. I miei ragazzi mi danno la forza di credere che per il futuro di questo mondo malato e marcio ci sia comunque ancora un barlume di speranza, nonostante tutta l’immondizia umana che lo popola. Non mi toglierete mai la speranza, non mi farete mai passare la voglia di portare in campo ciò in cui fermamente credo. Nemmeno pestandomi».

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