Quattro gruppi di potere si affrontano al Cremlino per decidere la guerra

Secondo la retorica russa c’è un solo uomo al comando ed è Vladimir Putin. Uomo forte, nuovo padre della patria, capo supremo e demiurgo del destino russo.

Anche alla narrativa occidentale conviene vedere in Putin l’unico cattivo responsabile dei massacri in Ucraina. Ma la verità sarebbe molto diversa.

Secondo alcuni retroscena ci sarebbero quatto gruppi di potere che si stanno affrontando ferocemente all’interno del Cremlino per decidere le sorti della guerra.

Quattro gruppi di potere

Dunque non un Cremlino coeso attorno al capo indiscusso Vladimir Putin, ma un centro di potere nel quale quattro gruppi in disaccordo più o meno forte si stanno spartendo il potere e soprattutto si stanno affrontando su quale prospettiva sia più giusta per una guerra che ormai appare davvero pesante a tutti.

La matrice comune delle quattro fazioni in lotta è il Kgb. D’altra parte dal Kgb viene anche Vladimir Putin. Dunque l’origine è assolutamente comune, ma vediamo quali sono questi quattro gruppi. E’ Francesco D’Arrigo direttore dell’Istituto italiano studi strategici Niccolò Machiavelli a tracciare questo quadro su Start.

I vecchi equilibri non valgono più

La prima fazione è quella denominata Pietroburgo e fa capo a Putin. La seconda fazione è denominata Mosca ed incarna il potere militare e quello dei servizi segreti. È proprio questa fazione denominata Mosca ad essere particolarmente potente e particolarmente scontenta delle scelte di Putin. La terza si chiama Famiglia ed è capeggiata da Medvedev, forte sostenitore della guerra. L’ultima fazione è quella del generale Korzhakov.

Un vecchio sogno ormai pesante

Lo scopo comune teoricamente è sempre lo stesso: tornare ai fasti della vecchia Unione Sovietica. Sia chiaro, non c’è nessuna nostalgia comunista in queste quattro fazioni, ma semplicemente c’è una grandissima nostalgia della grande potenza militare, tecnologica e strategica dell’ex Unione Sovietica. L’accordo tra questi quattro gruppi era piuttosto ferreo fino alla guerra, ma è stata proprio la guerra a far saltare tutto e a minare nel profondo gli equilibri. Sostanzialmente Putin è in rotta di collisione con l’esercito e si accusano reciprocamente del fallimento della guerra.

La spallata a Putin

Dall’occidente molti sperano che le quattro fazioni in lotta destabilizzano il Cremlino quel tanto che basta per una caduta dello zar Putin. Questo converrebbe molto all’occidente, almeno nell’immediato, ma è uno scenario che appare poco credibile. È vero: i rapporti tra i 4 gruppi di potere si sono incrinati ma non tanto da destabilizzare Putin a sufficienza. Le prospettive sulla possibilità di riuscita della guerra sono diverse, ma soprattutto la frizione sarebbe su chi scaricare le colpe del suo fallimento. A soffrire di più oggi sono i militari, capri espiatori preferiti da Putin e la speranza occidentale è che possano velocemente stancarsi di questo ruolo.

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