Il Papa durante la veglia pasquale:«Facciamo risuscitare Gesù, il Vivente, dai sepolcri in cui lo abbiamo rinchiuso».
Durante la veglia pasquale, tenutasi ieri sera a Roma in Basilica, con 5mila persone, Papa Francesco ha ricordato:«Facciamo risuscitare Gesù, il Vivente, dai sepolcri in cui lo abbiamo rinchiuso; liberiamolo dalle formalità in cui spesso lo abbiamo imprigionato; risvegliamoci dal sonno del quieto vivere in cui a volte lo abbiamo adagiato, perché non disturbi e non scomodi più.
Portiamolo nella vita di tutti i giorni: con gesti di pace in questo tempo segnato dagli orrori della guerra; con opere di riconciliazione nelle relazioni spezzate e di compassione verso chi è nel bisogno; con azioni di giustizia in mezzo alle disuguaglianze e di verità in mezzo alle menzogne. E, soprattutto, con opere di amore e di fraternità».
Francesco ha ricordato che non è possibile «fare Pasqua se continuiamo a rimanere nella morte; se restiamo prigionieri del passato; se nella vita non abbiamo il coraggio di lasciarci perdonare da Dio, di cambiare, di rompere con le opere del male, di deciderci per Gesù e per il suo amore; se riduciamo la fede a un amuleto, facendo di Dio un bel ricordo di tempi passati, invece che incontrarlo oggi come il Dio vivo che vuole trasformare noi e il mondo».
Bergoglio prosegue il suo discorso spiegando che «un cristianesimo che cerca il Signore tra i relitti del passato e lo rinchiude nel sepolcro dell’abitudine è un cristianesimo senza Pasqua. Ma il Signore è risorto! Non attardiamoci attorno ai sepolcri, ma andiamo a riscoprire Lui, il Vivente! E non abbiamo paura di cercarlo anche nel volto dei fratelli, nella storia di chi spera e di chi sogna, nel dolore di chi piange e soffre: Dio è lì».
E sulla guerra ha detto:«Molti scrittori hanno evocato la bellezza delle notti illuminate dalle stelle. Invece le notti di guerra sono solcate da scie luminose di morte. In questa notte, fratelli e sorelle, lasciamoci prendere per mano dalle donne del Vangelo, per scoprire con loro il sorgere della luce di Dio che brilla nelle tenebre del mondo».
Francesco continua asserendo che «il Signore, in questa notte, vuole donarci occhi diversi, accesi dalla speranza che la paura, il dolore e la morte non avranno l’ultima parola su di noi. È vero, la morte può intimorirci e paralizzarci. Ma il Signore è risorto! Alziamo lo sguardo, togliamo il velo dell’amarezza e della tristezza dai nostri occhi, apriamoci alla speranza di Dio».
Infine, un messaggio rivolto ai politici:«Con Gesù, il Risorto, nessuna notte è infinita; e anche nel buio più fitto, brilla la stella del mattino. In questo buio che voi vivete, signor sindaco e signore e signori parlamentari, il buio oscuro della guerra e della crudeltà. Tutti noi preghiamo, con voi e per voi questa notte, preghiamo per le tante sofferenze, noi soltanto possiamo darvi la nostra compagnia, la nosta preghiera, incoraggiarvi».