La battuta di Mario Draghi sui condizionatori e la guerra ha fatto molto discutere.
Purtroppo, però, non era una battuta e la guerra in Ucraina avrà un costo molto pesante sull’economia europea. Il costo sull’economia in realtà stiamo già cominciando a vederlo con i tremendi rincari delle bollette, della benzina e del cibo.
I rincari erano cominciati ben prima della guerra, ma le ostilità e soprattutto la chiusura di molti rapporti commerciali tra Unione Europea e Russia hanno potenziato grandemente il fenomeno inflazionistico.
Ma oltre a far aumentare il prezzo di tante materie prime, la guerra e le sanzioni contro la Russia hanno anche un altro effetto collaterale, vale a dire quello di rendere più probabile il razionamento.
Parlare di razionamento ci riporta alla mente i tempi bui della seconda guerra mondiale eppure c’è da sottolineare come le scorte di tante materie prime effettivamente stiano diventando molto esigue. Se guardiamo al nostro Paese per fare un esempio, l’olio di girasole ed il diesel sono due beni di consumo di grande importanza dei quali ci sono scorte piuttosto ridotte. Infatti non è un mistero che ben presto l’olio di girasole probabilmente sparirà dai supermercati e nell’uso comune sarà rimpiazzato dall’olio di palma.
Proprio quel famoso olio di palma contro cui per anni si è fatta una vera e propria guerra. Per ironia della sorte sarà proprio l’olio di palma a rimpiazzare l’ormai introvabile olio di girasole. Ma problemi maggiori vi sono per il diesel. Infatti alcuni esperti del settore sottolineano come il diesel sia in rapido esaurimento in tutto il mondo e di conseguenza anche da noi in Italia potrebbero partire i razionamenti. Riguardo i razionamenti del diesel al momento non c’è alcuna certezza. Quello che sappiamo e che in Austria per un po’ una catena di carburanti a effettivamente razionato il diesel ma al momento le scorte sembrano ancora reggere. Ovviamente la paura maggiore è quella per il cibo.
Tanti cibi provengono da Russia o Ucraina e di conseguenza oggi sono difficilissimi da approvvigionare. Basti pensare che il governo spagnolo ha già legalmente autorizzato i supermercati del paese a razionare qualsiasi cibo di cui siano troppo poco provvisti. Dunque in Spagna il razionamento del cibo è già parzialmente realtà. La vera incognita è la durata del conflitto. Se il conflitto dovesse durare ancora a lungo, luce e gas, carburanti e cibo potrebbero essere razionati. Il capitolo più scottante è proprio quello del gas.
Se la Russia decidesse di chiudere i rubinetti in Italia saremo immediatamente costretti a razionamento perché il gas che il Governo sta cercando di reperire dai paesi africani non basterebbe assolutamente a rimpiazzare quello russo. Questo scenario è visto come estremamente preoccupante dalla Banca d’Italia che ha detto in modo molto chiaro che se l’Italia fosse privata del gas russo ci aspetterebbero 2 anni di recessione economica.
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