Intervistato da Adnkronos il governatore di Donetsk. Che racconta come si vive nella regione in attesa della massiccia offensiva di Mosca.
In Donetsk la situazione al momento appare sotto controllo. Ma la tensione è forte. Lo confessa all’Adnkronos il Governatore della regione, Pavlo Kyrylenko. In Dontesk ci sono Mariupol, la città portale sotto assedio da settimane, e Kramatorsk, luogo della strage alla stazione ferroviaria. I russi, spiega il governatore, avanzano da nord e da sud verso il Donetsk. A nord sono sul confine con Kharkiv, a sud procedono invece verso le città confinanti con la zona del Donetsk occupata. In queste zone ci sono continui attacchi russi.
Malgrado ciò la vita in Donetsk, a parte alcune eccezioni, scorre abbastanza tranquilla, racconta. I negozi e gli uffici pubblici rimangono aperti, arrivano gli aiuti umanitari. “La gente capisce che è la nostra terra che dobbiamo difendere“, dice Kyrylenko.
I russi potrebbero attaccare in 50 mila
Ma sono tutti consapevoli che potrebbe solo essere la quiete che precede la tempesta. “Sappiamo infatti – spiega il governatore – che ci sono state ricollocazioni di militari russi anche nella nostra regione. Si parla di cifre di 30-50 battaglioni tattici, che corrispondono a 50mila unità russe effettive“. Ma per capire esattamente l’entità del contingente nemico occorrerà attendere l’offensiva.
I rinforzi di armi e soldati all’esercito di Kiev sono arrivati, fa sapere Kyrylenko, ma considerato il dispiegamento di forze da parte russa, c’è bisogno di un supporto ancora più corposo, soprattutto per quel che concerne “la forza aerea, le armi antimissile e anticarro”.
In attesa dello scontro più feroce, la situazione sul piano umanitario rimane drammatica. Dall’inizio della guerra dal Donetsk sono stati evacuati in 240 mila. E non è finita. Si continua a fuggire in ogni modo, coi pullman, in treno. “Nel nostro territorio – ricorda il governatore – vivevano 1.648.000 abitanti, adesso sono rimasti in 400mila“.
Molti vogliono restare a ogni costo. A Kramatorsk ad esempio sono ancora in 40 mila a vivere, contro i 200 mila di prima. Fino all’ultimo tanti non credono che “che l’escalation possa colpirli”, osserva Kyrylenko. Molta gente non intende abbandonare la propria casa. E fugge solo quando arrivano i missili. Solo allora cerca di scappare, ma spesso è troppo tardi.
“Mariuol non esiste più”
Ci sono poi i crimini di guerra russi. Il governatore parla di “saccheggi, omicidi di massa“. Nelle zone occupate dall’esercito russo si verificano “continue deportazioni”, spiega. Solo a Mariupol, dice, almeno in 35 mila sono stati deportati in Russia o in zone controllate da Mosca. Mariupol è ancora sotto controllo ucraino, ma i russi sono all’interno della città. E si avvalgono di artiglieria pesante, carri armati, aerei. Kyrylenko smentisce però la resa del battaglione Azov che assieme alla 36esima brigata marina ucraina continua a dare battaglia, “anche se in condizioni critiche”.
“Mariupol comunque non esiste più“, commenta sconsolato il Governatore. Bisognerà ricostruirla da capo. “Il 90% delle infrastrutture è stato raso al suolo“. Ci erano voluti anni, ricorda, per ammodernarla. Adesso, spiega, “per ricostruirla serviranno almeno 10mld di dollari“. Lo stesso vale per tutta la regione di Donetsk. Anche se si tratta di cifre ampiamente sottostimate. “In estrema sintesi – conclude – posso dire che non c’è un solo centro abitato nel Donetsk che non sia stato colpito dal fuoco del nemico”.