Stupri e omicidi a Kiev, interviene Nebytov: «Più di venti episodi di possibili abusi sessuali. Stiamo indagando»

Tra i crimini commessi dai militari russi, ci sarebbe anche quello di aver abusato sessualmente e poi ucciso molte donne ucraine. 

Andriy Nebytov, Comandante della Polizia per il Distretto regionale di Kiev, conferma le indagini in corso per accertare quanto denunciato.

Nel mese di marzo, sarebbero avvenute alcune violenze sessuali ai danni delle donne ucraine, poi brutalmente uccise. Violenze spesso consumate davanti agli occhi dei figli o dei mariti. Mariti che hanno tentato in tutti i modi di evitare che l’abuso venisse messo in atto e che, a loro volta, sono stati per questo motivo uccisi.

«Non c’è stata una delibera politica russa delle violenze sessuali contro le donne ucraine. – spiega il Generale Nebytov – Stiamo investigando su diversi casi avvenuti nella regione della capitale durante il mese di Marzo». Gli episodi finiti sotto la lente di ingrandimento sarebbero più di venti. «Uso volontariamente il condizionale perché donne e famiglie sono, in generale, estremamente reticenti a parlarne con gli investigatori» specifica Nebytov.

Le violenze

I militari e gli investigatori hanno ritrovato molti cadaveri di donne, soprattutto di giovane età, prive di vestiti e «con evidenti ferite di armi da taglio». Molte di loro, inoltre, avevano le mani legate dietro la schiena. I corpi delle vittime sono state consegnate agli esperti per procedere con l’autopsia. Esame che permetterà di capire se le giovani donne sono state violentate prima di essere brutalmente uccise. «La maggioranza – spiega il generale – pare siano state assassinate dopo lo stupro o ripetuti stupri, forse da più soldati».

Molte delle vittime di abusi sessuali non riescono a denunciare spesso per vergogna. A supporto delle indagini ci sarebbero, inoltre, alcuni «audio di scambi di battute tra soldati russi registrati dalla nostra intelligence» specifica Nebytov.

Nonostante i numerosi interrogativi, vi sono conferme su donne violentate. Il Generale Andriy Nebytov parla di Marina, una donna di 34 anni che viveva a est di Kiev, nel villaggio di Bogdanivka. «Suo marito, che ha cercato di difenderla, è stato ucciso. Stessa sorte è toccata ai cani della famiglia» racconta. «Marina è stata violentata davanti agli occhi del figlio di tre anni».

Non solo violenza, ma anche minacce: «Due russi hanno minacciato di uccidere anche il figlio se si fosse opposta». Uno dei due russi che ha violentato la 34enne pare sia stato ucciso.

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