Una maestra ha scoperto per caso che le colleghe bullizzavano il figlio in una chat interna. Quasi certamente in segno di rivalsa nei suoi confronti.
In precedenza c’erano stati screzi e litigi che avevano guastato il clima di lavoro.
Ultimamente le cose non andavano benissimo con le colleghe di lavoro. C’erano stati degli screzi. Ma certo non avrebbe mai pensato che le scorie di quei litigi potessero coinvolgere il suo bambino.
E invece è successo esattamente questo a una maestra elementare. La donna insegna a Pavia, presso le scuole elementari Carducci, in corso Cavour. La stessa scuola frequentata – come alunno – da suo figlio. Proprio qui la maestra si è accorta casualmente che il suo bambino veniva bullizzato in chat dalle colleghe. Lo ha scoperto quando una di loro le ha chiesto di controllare una cosa al pc.
Il figlio buillizzato dalle colleghe su WhatsApp
Ma non aveva calcolato che l’applicazione di WhatsApp era rimasta aperta. Così la maestra ha visto apparire il nome del figlio. Ed è rimasta scioccata. «Bambino di m…», «pirla». Così apostrofavano il suo bimbo le colleghe, maestre del figlio. In aggiunta ai toni violenti e alle parole volgari anche una foto del bambino seduto nel banco, a testa bassa e braccia conserte, in punizione.
La mamma ha fatto una copia del materiale, chat, immagini e messaggi vocali. E così tutta la faccenda è finita davanti alla dirigenza dell’istituto. Oltre che sui tavoli dell’ufficio scolastico regionale e provinciale e del Difensore civico della Regione Lombardia. A breve arriverà anche la denuncia in questura.
Il sospetto è che le colleghe se la prendessero col figlio in segno di “ripicca” contro la maestra. Così si erano trasformate in cyberbulle per “fargliela pagare” per i litigi sul lavoro. A risentirne era stato anche il piccolo, spesso agitato e nervoso per via, diceva lui stesso, dei problemi avuti con le maestre.