Il senatore di Forza Italia incalza il governo sul ruolo avuto dall’ex presidente del consiglio Massimo D’Alema in una fornitura di armi al paese colombiano.
Nulla di vietato, specifica Gasparri, che chiede però di fare luce su una vicenda dai risvolti ambigui.
È scoppiata anche la polemica politica sul ruolo giocato da Massimo D’Alema in una vendita di armi alla Colombia. Si parla di sommergibili, navi e aerei prodotti da Leonardo e Fincantieri.
Sulla vicenda si è fatto sentire Maurizio Gasparri. In una intervista al ‘Giornale’ il senatore forzista spiega che dopo le audizioni in Senato “si sono rafforzati i nostri dubbi sulla trasparenza e sulla qualità di questo ruolo, si è avuta la certezza della capacità di D’Alema di insinuarsi nelle aziende pubbliche, forte della sua storia, del suo percorso, dei suoi rapporti di consuetudine che evidentemente aveva”.
Gasparri spiega di aver chiesto – e ottenuto – che la commissione Difesa del Senato si impegni a fare piena luce sulle procedure di acquisto e vendita di armamenti. Oltre che, va da sé, sul coinvolgimento dell’ex premier nella fornitura al paese latinoamericano di mezzi militari di Fincantieri e Leonardo.
“Dalle audizioni – spiega Gasparri – è emerso che D’Alema, come altri, utilizza i ruoli che ha avuto per questa sua attività“. “Nulla di illegale“, precisa l’esponente di Forza Italia. Il problema è che D’Alema “si avvaleva però anche di personaggi inadeguati”. Inoltre è “un dato di fatto”, incalza, “che ci sia stata una consuetudine di D’Alema con queste società”.
Nulla di vietato, ribadisce Maurizio Gasparri. Che aggiunge: “Ma proprio per i suoi trascorsi quando in questa storia in ambiti internazionali qualcuno lo sentiva parlare di Fincantieri e di Leonardo, può essere stato indotto a pensare che per i ruoli politici e istituzionali che ha avuto avesse anche un mandato ufficiale che in realtà non ha mai avuto“.
Insomma, per il senatore berlusconiano occorre far luce sulla vicenda. Gasparri chiede dunque trasparenza. E annuncia: “Chiederò che si prosegua con i lavori della commissione sentendo le autorità di governo”. L’ex Ministro delle Comunicazioni vuole sentire anche il ministro della Difesa, “visto che il sottosegretario Giorgio Mulé che per primo aveva rilevato anomalie nelle procedure, e che ne aveva chiesto conto a Leonardo, non ha ancora ottenuto spiegazioni dall’azienda partecipata dallo Stato. E questo mi sembra molto grave”, conclude Gasparri.
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