Biden alza di nuovo il tono della guerra verbale. Per la prima volta accusa il Cremlino di “genocidio”. E incassa il plauso di Zelensky.
Intanto continua a salire il bilancio dei civili morti a Bucha e nei dintorni di Kiev.
Il presidente americano Joe Biden alza il tiro. Dopo aver chiamato nella scorse settimane Putin “criminale” e “macellaio” per la prima volta lo accusa di “genocidio“. Lo ha fatto durante un discorso in Iowa sull’aumento dei prezzi della benzina. “Il vostro bilancio familiare, la vostra possibilità di fare il pieno non dovrebbe dipendere dal fatto che un dittatore dichiara guerra e commette genocidio dall’altra parte del mondo”, ha detto Biden.
Il presidente americano ha poi confermato davanti ai giornalisti le sue affermazioni: “Sì, l’ho chiamato genocidio”, ha detto Biden. “È diventato sempre più chiaro”, “le prove stanno aumentando, è diverso dalla scorsa settimana”. “Putin sta cercando di cancellare l’idea di essere ucraini“, ha continuato Biden.
Subito è arrivato il plauso del presidente ucraino Zelensky, che ha ringraziato Biden per aver utilizzato la parola “genocidio” per descrivere l’attacco russo dell’Ucraina. “Parole vere di un vero leader”, ha scritto su Twitter Zelensky. Che ha aggiunto: “Chiamare le cose con il loro nome è essenziale per resistere al male. Siamo grati per l’assistenza degli Stati Uniti fornita finora e abbiamo urgente bisogno di armi più pesanti per prevenire ulteriori atrocità russe”.
Lo scorso 8 aprile un bombardamento russo ha ucciso più di 50 persone nella stazione ferroviaria di Kramatorsk, nella parte meridionale dell’Ucraina. Nell’attacco sarebbe stata impiegata una bomba a grappolo, messa al bando da molti paesi sulla base del diritto internazionale. Lo affermano i giornalisti della Bbc dopo aver visitato la stazione bersagliata.
Intanto arriva un terribile bilancio da Bucha e da altri sobborghi di Kiev. Qui sarebbero stato uccise dai russi oltre 720 persone, mentre più di 200 sono date per disperse. Lo riporta il ministero dell’Interno ucraino. Solo a Bucha, il primo cittadino Anatoliy Fedoruk parla di 403 cadaveri rinvenuti, ma il numero potrebbe crescere.
In crescita anche un altro tragico bilancio: quello dei giornalisti uccisi in guerra. Sono almeno 20 quelli che hanno perso la vita dal 24 febbraio, data di inizio dell’invasione russa. Il dato viene riportato dall’Unione nazionale dei giornalisti dell’Ucraina. Si tratta di un conteggio confermato dall’ufficio del procuratore generale.
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