E la metà dei bambini rimasti nelle loro case rischiano di non avere nulla da mangiare. La situazione peggiore a Mariupol e Kherson.
Un esodo impressionante quello dei bimbi profughi nel primo mese e mezzo di guerra in Ucraina.
Sono cifre spaventose quelle denunciate dall’Unicef. L’agenzia Onu per l’infanzia parla di 4,8 milioni di bambini fuggiti dalle proprie case solo nelle prime sei settimane di guerra. Si tratta dei due terzi di tutti i bambini dell’Ucraina, pari a 7,5 milioni. Oltre agli sfollati, ci sono poi i minori morti nel corso del conflitto. Unicef ha constatato la morte di 142 minori. Ma si tratta di una cifra approssimativa, senz’altro inferiore al reale numero delle morti.
Manuel Fontaine (Unicef): in 30 anni mai visto un esodo simile
Senza contare che dei bimbi rimasti nelle loro case, “la metà è a rischio di non avere cibo a sufficienza”. Lo riporta Manuel Fontaine, direttore dei programmi di emergenza dell’Unicef. È da poco rientrato dall’Ucraina e dice non aver mai assistito, nei suoi oltre trent’anni di lavoro, a un esodo simile in un lasso così breve di tempo. Fontaine, intervenuto al Consiglio Onu, riferisce che le situazioni più drammatiche sono quelle di Mariupol e Kherson. Qui manca praticamente ogni cosa: l’acqua, i servizi sanitari, cibo e medicinali.
Sergiy Kyslytsya, ambasciatore ucraino all’Onu, ha poi accusato il Cremlino per il trasferimento a forza di 121 mila bambini ucraini. I bimbi, denuncia il diplomatico, sono stati portati in Russia dove è stata varata una legge per semplificare ed accelerare le procedure di adozione. Fontaine ha assicurato che l’Unicef indagherà, anche se “non sono al momento emerse prove”.