Il Tar Liguria ha bocciato il ricorso di un immigrato albanese contro la questura di Savona e il Viminale per avergli negato il rinnovo del permesso di soggiorno, per via della condanna a 3 anni per diversi episodi legati alla droga
Il Tar della Liguria ha emesso una sentenza in cui ha rigettato il ricorso di un immigrato albanese contro la decisione di questura di Savona e Viminale di rimpatriarlo tenendo in considerazione la condanna a 3 anni per via di 16 occasioni in cui l’uomo aveva ceduto droga.
Il Tar ha deciso che è legittimo, ergo, che la Questura non rinnovi il permesso di soggiorno per queste ragioni, anche se l’immigrato risiede da 13 anni in Italia con moglie e figli piccoli, e nonostante lavori con contratto regolare di lavoro subordinato.
Il motivo è, secondo il Tar, che l’uomo non ha «interiorizzato le regole essenziali del vivere civile» infrangendole «con la commissione di reati di rilevante gravità».
Nella sentenza del Tar si legge che la «Questura ha evidenziato che tutto il nucleo familiare possiede la stessa cittadinanza e pertanto può rientrare nel Paese di origine senza rischi di divisione. È stato ritenuto che prevalesse l’esigenza di allontanare uno straniero pericoloso, nonostante la situazione famigliare e gli anni di permanenza in Italia».