Ucraina, Russia, Usa e l’enorme occasione persa dall’UE

Ucraina, Russia, Usa e l’enorme occasione persa dall’UE

Von der Leyen e Zelensky

La guerra in Ucraina poteva essere una grande possibilità per l’Unione Europea di assumere un ruolo centrale ed indipendente nelle dinamiche politiche globali. Nonostante le dichiarazioni, non è andata così.

“La guerra di Putin ha ottenuto l’effetto di compattare l’Unione Europea e la NATO”: una affermazione molto quotata, sia a livello politico che mediatico, e che rimbalza nelle dichiarazioni fin dai primissimi giorni della sciagurata guerra che la Russia ha portato in Ucraina. Tesi assolutamente veritiera se parliamo della NATO: l’aumento delle spese militari che praticamente tutti i paesi membri hanno decretato ne è la prima evidente prova. Ma lo stesso vale per l’Europa? La risposta è no, anche se sarebbe molto consolatorio pensare il contrario.

Von der Leyen e Zelensky
Von der Leyen e Zelensky

La corsa all’ “ombrello” della NATO

Che la decisione sconsiderata di Putin abbia creato un vantaggio politico e strategico per “l’Occidente”, che è sempre più chiaramente il vero “nemico” da combattere, è evidente. Gli Stati Uniti stanno incassando il premio più consistente: innanzitutto a livello economico, con la vendita del gas liquido e – ovviamente – delle armi (di cui sono il primo esportatore mondiale). Washington sta portando a casa anche un significativo successo politico, rappresentato dal ruolo centrale che la NATO sta riassumendo. La paura di un escalation militare ha spinto ad un riarmo generalizzato che era esattamente quello che l’Alleanza Atlantica e gli Stati Uniti chiedevano da anni. Oltre a questo, sopratutto i paesi dell’Est Europa vedono nell’ombrello della NATO una tutela  – forse l’unica – dalle presunte mire espansionistiche della Russia, che la guerra in Ucraina parrebbe confermare. E proprio i paesi dell’ex area URSS, e cioè quelli del “gruppo di Visegrad” (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) più i paesi baltici (Lituania, Estonia e Lettonia) stanno spingendo con forza per garantirsi sempre più una protezione della NATO che sta diventando un obiettivo quasi primario. Una “integrazione militare” che sembra più interessante ed importante dell’integrazione politica europea che sta passando decisamente in secondo piano. Al netto di dichiarazioni di facciata e azioni di propaganda (come la visita di Ursula Von der Leyen a Kiev), l’Ucraina di Zelensky, ad oggi, preferirebbe molto di più entrare nella NATO che nell’UE.

L’Europa di cui non si parla più

Invece di insistere sulla NATO, che è inevitabilmente un soggetto divisivo e comunque che non dovrebbe rappresentare una priorità per l’Europa (ci sono dentro anche USA e Canada, che hanno priorità diverse da quelle europee), perchè non ragionare sulla nascita di quell’esercito europeo di cui si parla da anni ma che non si realizza mai? Perchè non si delega il confronto politico e diplomatico con la Russia di Putin all’Unione Europea come soggetto unitario, lasciandolo invece ai singoli paesi (Turchia, Israele, Francia, Austria)? Perchè, invece che ragionare in termini di integrazione nel Patto Atlantico non si accelera una reale integrazione di tutto l’est Europa nell’UE? Una risposta c’è, anche se non è gradita a molti (quasi tutti) i leader europei, ed è questa: un eccessivo protagonismo europeo non è gradito agli Stati Uniti, che preferiscono di gran lunga un Vecchio Continente diviso ed incapace di assumere il ruolo di potenza globale che invece sarebbe necessario nel mondo multipolare verso il quale ci stiamo avviando. Ma agli americani la multipolarità non piace, e si vede chiaramente da come stanno ponendosi rispetto alla guerra in Ucraina. Che però è una guerra europea, e dovrebbe essere innanzitutto gestita a livello europeo. Ma a parte le parole e le rappresentazioni, questa UE non appare in grado di porsi alla pari con Washington e di reclamare centralità politica. L’Europa è e resta vassalla degli Stati Uniti, e la crisi Ucraina lo sta dimostrando. Per cui attenzione quando si parla di un avanzamento dell’integrazione e della solidarietà europea innescato dalla guerra: la realtà è molto diversa da quella che viene raccontata.