Finlandia e Svezia vorrebbero entrare nella Nato per sentirsi più sicuri rispetto alla minaccia russa. I sondaggi interni sembrano favorevoli e ci sarebbero già le condizioni politiche e tecniche.
La crisi internazionale scatenata dall’invasione russa in Ucraina sta muovendo posizioni che si credevano consolidate e irremovibili da decenni. La paura che la guerra possa spostarsi a nord dell’Europa avrebbe mosso Svezia e Finlandia a ripensare la propria neutralità e chiedere di entrare a far parte della Nato.
Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, sarebbe favorevole al loro ingresso inoltre i due paesi hanno già dichiarato la loro opposizione a Mosca inviando armi in sostengo a Kiev, partecipando alle esercitazioni militari previste e imponendo sanzioni alla Russia.
FINLANDIA
La Finlandia è il paese pronto a fare il primo passo, con un documento già pronto da inviare all’Alleanza Atlantica da presentare la prossima settimana. Il Paese si trova confinante con la Russia e quindi preoccupa la minaccia di Putin il quale aveva paventato la possibilità di conseguenze a livello militare qualora si fosse verificato l’ingresso del Paese nell’Alleanza.
La decisione sembra avere il favore dei cittadini finlandesi i quali, secondo un sondaggio, sarebbero favorevoli alla scelta per il 60% dei suoi abitanti. Anche la politica si è già schierata, sia il presidente della Repubblica finlandese Sauli Niinisto e la sua maggioranza che l’esecutivo di centro-sinistra di Sanna Marin hanno espresso il loro interesse.
SVEZIA
La scelta finlandese sarebbe un buon esempio per la vicina Svezia, la quale sarebbe incoraggiata all’ingresso nella Nato. La discussione nel parlamento svedese è già aperta e secondo i sondaggi i cittadini sono perlopiù favorevoli all’ingresso nell’Alleanza con il 41% contro i i contrari al 35%.
La Svezia ha anche pianificato l’aumento delle spese militari del 2% del Pil come richiesto dalla Nato e fornito armi all’Ucraina nella guerra contro la Russia. Ci sono anche molti nuovi iscritti alle liste di volontari civili per la difesa del territorio nazionale, con 10mila donne e uomini in più rispetto allo scorso anno.
LA REAZIONE DI MOSCA
Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri Sergej Lavrov, disse che un eventuale ingresso alla Nato della Finlandia avrebbe avuto “ripercussioni gravi militari e politiche”, ma ora la Russia pare avere fatto marcia indietro. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha infatti detto che questi eventuali ingressi non sarebbero una “una minaccia esistenziale agli occhi della Russia”.