L’ex militare americano ha dichiarato che Twitter non gli ha fornito alcuna ragione dei motivi che hanno portato alla sospensione del suo account.
Scott Ritter è un ex militare Usa, che tra il 1991 e il 1998 ha ricoperto il ruolo di ispettore per la sicurezza internazionale per conto dell’Onu. Anche dopo essersi ritirato dai suoi incarichi istituzionali, non ha comunque smesso di parlare con i giornalisti e al pubblico americano, ritrovatosi ad essere, in virtù del suo curriculum, una delle voci più autorevoli su ciò che accade nel mondo militare statunitense e sulla scelte di politica estera della nazione, in particolar modo sul conflitto in Iraq di cui è uno dei massimi esperti al mondo.
Il suo nome negli ultimi giorni, è rimbalzato nel nostro paese a causa di un piccolo caso che si è creato tra lui e Twitter. Per un giorno infatti, il social californiano ha deciso di bloccare il suo account, privandolo della possibilità di interagire con i suoi seguaci.
Il suo blocco ha scatenato l’indignazione di tantissimi utenti in tutto il mondo, che a quel punto hanno accusato il social di aver messo in atto una vera e propria censura a causa delle opinioni di Ritter sulla guerra in corso in Ucraina, che non risultano allineate alla propaganda statunitense. Tutto il mondo della rete insomma, ha iniziato a discutere della possibile censura di cui era stato vittima. La sospensione del suo account è arrivata oltretutto a pochi giorni di distanza da alcune dichiarazioni molto forti di Elon Musk, che ha accusato Twitter di praticare ormai una censura preventiva che mina alla base il diritto alla libertà di opinione così caro agli americani. In ogni caso, dopo circa un giorno di sospensione dell’account, Twitter ha finalmente deciso di riattivare il profilo di Ritter. Anche se, come ha fatto notare l’uomo non appena è riuscito a tornare in contatto con il suo pubblico, i motivi che hanno portato alla sospensione del suo profilo restano ancora ignoti.
Su Twitter, Scott Ritter è sempre stato molto attivo.
Ogni giorno più di 70mila persone leggono i suoi tweet, anche per il fatto che parliamo di una figura che, pur provenendo dal mondo militare Usa e dell’intelligence Onu, non risparmia critiche al governo e non ha paura di svestirsi di quel “politicamente corretto” che solitamente attanaglia gli ex che hanno ricoperto importanti ruoli istituzionali in America. Da quando è iniziata la guerra in Ucraina, Ritter si è sempre dimostrato estremamente critico con la narrazione occidentale che vuole rendere Putin il nuovo Hitler, santificando invece l’Ucraina.
L’ex ufficiale dell’intelligence si è sempre battuto in queste settimane per ricordare ad esempio al mondo gli errori commessi dall’Occidente nel 2014, quando il conflitto che sta tenendo con il fiato sospeso l’intera Europa è realmente iniziato. In un’intervista di alcune settimane fa ad esempio, Ritter spiegava in modo sintetico qual’era a suo parere la vera origine dell’orrore che si sta vivendo in Ucraina.
“Le prime truppe addestrate da soldati americani e britannici furono quelle del battaglione neonazista Azov. I nazisti di Azov divennero la principale forza trainante del Maidan, usarono la violenza per rovesciare il governo. Poi Poroshenko firmò il Trattato di Minsk e, quando tornò in Ucraina, i nazisti di Azov gli dissero che se avesse rispettato gli accordi di Minsk, cioè se avesse concesso l’autonomia alla LDNR, sarebbe stato ucciso. La stessa cosa è successa con Zelensky. Ha cercato di disarmare Azov, ma alla fine ha dovuto includerli nelle forze armate ucraine. I neonazisti in Ucraina sono a tutti i livelli di comando, anche ai massimi livelli. E l’America e l’Europa stanno mobilitando e addestrando questi neonazisti.”
È stato fin dal principio critico con il comportamento della polizia ucraina, ma anche del premier Zelensky. Alcuni giorni fa lo aveva attaccato pubblicamente. Lo spunto gli era arrivato dal dibattito che si stava sviluppando in quel momento sulla possibilità che Putin potesse essere processato per i suoi crimini di guerra. Un’ipotesi che aveva portato Ritter a sostenere in modo provocatorio (o forse no) come al momento, c’erano più possibilità che fosse invece Zelensky ad essere arrestato per crimini contro l’umanità. Secondo l’ex ufficiale le prove delle atrocità che l’esercito ucraino sta commettendo sono sotto gli occhi di tutti e semplicemente l’Occidente si rifiuta di vederle e preferisce invece chiudere gli occhi. Tutto insomma, secondo Ritter, è concesso al governo ucraino nella sua lotta contro Putin.
Sul massacro di Bucha, Ritter si è dimostrato scettico fin dall’inizio, finendo poi a sostenere che vi siano delle responsabilità dirette da parte della polizia ucraina
“La polizia nazionale ucraina ha commesso numerosi crimini contro l’umanità a Bucha. Biden, nel cercare di trasferire la colpa degli omicidi di Bucha sulla Russia, è colpevole di favoreggiamento di questi crimini. Congratulazioni, America… abbiamo creato un altro criminale di guerra presidenziale!”
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